Wayne Cole fornisce un aggiornamento sui mercati europei e globali per la giornata a venire.
L'Asia è stata dominata dalla reazione del mercato alla scelta del gestore di fondi Scott Bessent come nuovo Segretario del Tesoro americano, con il sentimento principale di sollievo per il fatto che si trattasse di un candidato mainstream piuttosto che di uno sconosciuto.
Il discorso di Bessent come un falco fiscale è stato sufficiente per spingere i rendimenti dei titoli del Tesoro a 10 anni giù di 6 punti base, anche se resta da vedere se sarà in grado di ridurre i deficit continuando a tagliare le tasse scadute.
In varie apparizioni sui media, ha parlato di ridurre il deficit di bilancio al 3% del PIL e di affrontare la montagna di debito americano, apparentemente tagliando la spesa e stimolando la crescita economica.
Gli scettici faranno notare che gli Stati Uniti sono in forte crescita da tempo e che il deficit non ha fatto altro che crescere, mentre l'importo delle spese discrezionali da tagliare è insignificante rispetto alle spese essenziali come quelle per le assicurazioni, le malattie e la difesa.
Bessent si è espresso a favore delle tariffe, suggerendo che dovrebbero essere obiettivi “progressivi”, mentre i livelli tariffari menzionati, come il 60% sui beni cinesi, erano obiettivi “massimalisti graduali” che potrebbero essere attenuati.
Si è anche espresso a favore di un dollaro forte, apparentemente in opposizione all’atteggiamento del presidente eletto Donald Trump, che ha già fatto ricorso alla svalutazione per ridurre i deficit commerciali.
Quindi, anche se oggi il dollaro è caduto, insieme ai rendimenti obbligazionari, l’argomento rialzista a lungo termine appare intatto.
Il dollaro è stato sostenuto dalla divergenza nella performance economica tra gli Stati Uniti e l'Europa, un punto evidenziato dai PMI della scorsa settimana.
I mercati scontano pienamente un taglio di un quarto di punto da parte della BCE il prossimo mese, il che implica una probabilità di quasi il 58% che effettuerà un allentamento completo di 50 punti base il 12 dicembre. Le scommesse sulla Fed si sono invertite, con la probabilità di un taglio dei tassi a dicembre scesa al 52%, in calo rispetto a oltre il 70% di un mese fa.
Il mercato ha scontato solo 65 punti base dell’allentamento della Fed entro la fine del 2025, rispetto ai 154 punti base della BCE.
Questa settimana, il tono dei verbali dell’ultima riunione della Fed, così come i dati sull’inflazione di ottobre negli Stati Uniti e in Europa, aiuteranno ad affinare le previsioni.
Si prevede che l’inflazione core dei prezzi al consumo negli Stati Uniti salirà al 2,8%, ma in parte a causa dell’aumento dei costi di gestione finanziaria che riflettono la crescita di Wall Street, piuttosto che la domanda nell’economia.
Si prevede inoltre un aumento dell'inflazione europea a causa degli effetti base, senza che nel calcolo venga preso in considerazione il calo dell'IPC dello scorso anno.
Da notare che questa settimana non sono previsti interventi della Fed, probabilmente a causa della festività del Ringraziamento negli Stati Uniti, ma sul menu sono presenti numerosi rappresentanti della BCE e della BoE.
Principali sviluppi che potrebbero influenzare i mercati lunedì:
– Indagine IFO sul clima economico in Germania nel mese di novembre
– Indagini della Fed di Chicago e Dallas
– Discorso di Philip Lane, capo economista della BCE, e Gabriel Makhlouf, membro della BCE.
– Interventi di Clare Lombardelli, Vice Governatore della Banca d'Inghilterra, e Swati Dhingra, membro del Comitato di Politica Monetaria.