Il governo israeliano assesta un duro colpo alle finanze dei principali media dell’opposizione del Paese. Il ministro israeliano delle Comunicazioni ha annunciato domenica 24 novembre che il governo “cesserà” di “finanziare” il quotidiano Haaretz, molto critico nei confronti di Benjamin Netanyahu, del suo governo che comprende ministri di estrema destra e della guerra condotta dall’esercito israeliano a Gaza. Striscia.
“Oggi il governo ha approvato all’unanimità la mia proposta di porre fine a qualsiasi rapporto con il quotidiano Haaretz e di non pubblicare più nulla”, ha scritto il ministro Shlomo Khari in un messaggio pubblicato su Instagram, spiegando che il giornale è “finanziato”. parte da parte dello Stato israeliano.
La data di questo stop ai finanziamenti non è ancora nota e nessun altro membro del governo ha commentato l’annuncio.
Il capo di Haaretz ha parlato di “regime di apartheid”
Secondo il ministro, la decisione del governo è stata motivata soprattutto dalle dichiarazioni del proprietario e direttore del giornale, Amos Shocken, che ha affermato durante una conferenza a Londra che il primo ministro israeliano “impone un brutale regime di apartheid al popolo palestinese”.
Commenti che equivalgono a “sostegno ai nemici dello Stato” e “incitamento all’odio” contro Israele, scrive Shlomo Khari.
Il vicedirettore della pubblicazione, Noa Landau, ha spiegato la decisione su X: “Oggi, il governo di Netanyahu ha approvato una risoluzione per sanzionare Haaretz, ponendo fine a tutta la pubblicità statale, a qualsiasi abbonamento finanziato con fondi pubblici o altro ‘collegamento’ con il giornale.
“Netanyahu cerca di mettere a tacere i media indipendenti”
Si tratta di “un nuovo passo nel tentativo di Netanyahu di schiacciare la democrazia”, ha aggiunto il resoconto ufficiale del giornale sul social network.
“Come i suoi amici Putin, Erdogan e Orban, anche Netanyahu sta cercando di mettere a tacere i media indipendenti che lo criticano”, ha denunciato inoltre, promettendo che “non si lascerà dissuadere e non si trasformerà in un’organizzazione che divulghi i messaggi”. del governo del suo leader.
Creato nel 1919 nell’allora Palestina sotto mandato britannico, il quotidiano Haaretz, parola che in ebraico significa “La Terra”, è uno dei dieci giornali più letti in Israele.
Considerato di centrosinistra secondo i criteri della società israeliana, difende la fine della guerra a Gaza, sia per risparmiare i civili palestinesi che per favorire la liberazione degli ostaggi, e più in generale promuove l’esistenza di uno Stato palestinese indipendente. Recentemente ha anche mostrato sostegno ai mandati di arresto richiesti dalla Corte penale internazionale contro Benjamin Netanyahu e il suo ex ministro della Difesa Yoav Gallant.
Articolo originale pubblicato su BFMTV.com