l’indicizzazione delle pensioni all’inflazione, una promessa da diversi miliardi di euro

l’indicizzazione delle pensioni all’inflazione, una promessa da diversi miliardi di euro
l’indicizzazione delle pensioni all’inflazione, una promessa da diversi miliardi di euro
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Evacuato più volte negli ultimi anni, questo obbligo è tornato in primo piano durante le elezioni legislative. Il suo costo è stato quantificato giovedì dall’Istituto Montaigne.

È una misura che si può riassumere in poche parole, ma che rischia di mettere a dura prova i conti pubblici. Parlando alla stampa poco dopo lo scioglimento dell’Assemblea nazionale, il Presidente della Repubblica ha annunciato un grande gesto a favore dei pensionati, scartando l’ipotesi di una sottoindicizzazione delle pensioni il prossimo gennaio per alleviare i conti pubblici. “Ho sentito molte voci”ha spiegato, confermando che le pensioni rimarranno “ben indicizzato all’inflazione”. “Per noi il potere d’acquisto dei pensionati non è una variabile di aggiustamento”ha poi assicurato Emmanuel Macron.

Questo impegno elettorale è stato successivamente assunto dal capo dell’esecutivo: “Mi impegno ad aumentare l’importo delle loro pensioni indicizzandole all’inflazione”ha insistito Gabriel Attal, su “indicizzare l’importo delle pensioni sugli stipendi”. Dal canto suo, anche Marine Le Pen, nel 2022, disse di volere “reindicizzare le pensioni all’inflazione per un potere d’acquisto rispettoso della vita lavorativa”. Un provvedimento che non figura più nel programma di Jordan Bardella, disponibile sul sito del Raduno Nazionale. Il Flame Party, tuttavia, lo ha segnalato all’Istituto Montaigne “L’indicizzazione delle pensioni all’inflazione è prevista dalla legge. […] Sarebbe quindi imposto a tutti, e non specificatamente alla loro formazione politica..

In teoria, l’indicizzazione delle pensioni all’inflazione non sorprende, e non è nemmeno un annuncio: è infatti prevista dal Codice della previdenza sociale, come sottolinea RN. In pratica, però, l’esecutivo è tornato su questo principio, chiedendo uno sforzo ulteriore ai nostri anziani durante il suo primo quinquennio, prima della pandemia di Covid-19. E questo, prima di promettere di mantenere l’indicizzazione, durante la campagna presidenziale del 2022.

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Un costo non indifferente per le finanze pubbliche

In questo caso, il rispetto della legge, come difendono questi leader politici, ha un costo, e non ultimo. In uno studio pubblicato giovedì, l’Istituto Montaigne ha calcolato che mantenere la piena indicizzazione delle pensioni all’inflazione costerebbe “27,4 miliardi di euro entro la fine del quinquennio”. Una somma enorme, che si basa su uno scenario mediano, in cui l’aumento dei prezzi entro il 2027 seguirebbe l’andamento previsto dalla Banca di Francia. Non sorprende che il conto evolva in base all’inflazione: se questa supera di un punto lo scenario mediano, il costo esplode, in tre anni, a 42,9 miliardi di euro. Viceversa, se raggiunge il “valori di inflazione del quinquennio precedente”scende a 17,5 miliardi di euro. “Se si tiene conto dei contributi sociali (CSG CRDS CASA) su queste pensioni, il costo sociale netto della misura sarebbe compreso tra 16,3 e 39,7 miliardi di euro in tre anni”aggiunge il think tank liberale.

Qualunque sia lo scenario scelto, il conto resta alto: per fare un confronto, l’aumento del salario minimo a 1.600 euro netti costerebbe 19 miliardi di euro all’anno, secondo l’Istituto Montaigne, e l’istruzione completamente gratuita, 13 miliardi di euro all’anno. Allo stesso modo, la riduzione dell’IVA voluta da Jordan Bardella sui prodotti energetici costerebbe solo 11,3 miliardi di euro all’anno, e l’eliminazione delle spese notarili per i nuovi acquirenti costerebbe 2,8 miliardi di euro all’anno. Resta il fatto che l’indicizzazione deve avere ripercussioni positive sul bilancio dello Stato, in particolare attraverso il surplus di consumo previsto. Abbastanza per sperare di attenuare, almeno in parte, lo shock di bilancio.

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