Con “Lunar halo”, Montpellier Danse accoglie per la prima volta una bellezza lunare made in Taiwan!

Con “Lunar halo”, Montpellier Danse accoglie per la prima volta una bellezza lunare made in Taiwan!
Con “Lunar halo”, Montpellier Danse accoglie per la prima volta una bellezza lunare made in Taiwan!
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Il festival Montpellier Danse accoglie per la prima volta la più antica compagnia di danza contemporanea dell’isola di Taiwan. Firmata da Cheng Tsung-lung, la creazione “Lunar halo”, in mostra dal 28 al 30 giugno, mette in discussione la possibilità di coesistenza tra corpo e tecnologia.

L’invito non è necessariamente politico (anche se immaginiamo che da parte di Pechino giudicheremo diversamente) ma è certamente storico: Montpellier Danse accoglie, per la prima volta in assoluto, il Cloud Gate Dance Theatre di Taiwan. Fondata nel 1973 da Lin Hwai-min, “Cloud Gate” è la più antica compagnia asiatica di danza contemporanea, e sicuramente una delle più prestigiose e richieste in tutto il mondo.

Combinando da sempre i vocabolari estetici orientali e occidentali, è unico nel formare i suoi (eccezionali!) ballerini contemporaneamente nella danza contemporanea, nel balletto, nel qi gong (ginnastica respiratoria tradizionale cinese), nelle arti marziali, nella meditazione e da diversi anni nelle danze hip-hop. Nel 2020 Lin Hwai-min ha ceduto il posto alla guida dell’azienda a Cheng Tsung-lung, che ha così ampliato ulteriormente la portata delle proprie possibilità. Laureato alla National Taipei University of the Arts, danza nella compagnia dal 2002 e dirige il balletto giovane dal 2014. Creato nel 2019, Ciao lunaredi cui Montpellier ospita il primo in Francia, nasce dalla combinazione di due fenomeni, uno dovuto tutto alla natura, l’altro alla tecnologia.

Un presagio

Così, mentre stava conducendo delle ricerche per un’opera che evoca la luna per la Sidney Dance Company, Cheng si è imbattuto su Internet nelle parole cinesi per indicare l’alone lunare: la luna pelosa! Raro nel cielo taiwanese, questo fenomeno ottico causato dalla luce rifratta attraverso spessori di cristalli di ghiaccio è fonte di molteplici interpretazioni. In una poesia di Su Xun, uno scrittore della dinastia Song dell’XI secolo, Cheng trovò questo passaggio: “Quando la colonna di base è bagnata, arriva la pioggia; quando intorno alla luna appare un alone, il vento si invita al gioco.” Insomma, l’alone lunare è un segno, un presagio. E il coreografo allora si chiede quale sarebbe questo vento, buono o cattivo, comunque nuovo per il nostro tempo.

Un’esperienza personale gli ha dato la risposta: “Ricordo una notte del 2017 in cui rimasi sdraiato sul divano, assorto nel telefono, senza muovermi per quasi sette ore”dice il coreografo che abbiamo incontrato lo scorso autunno, a Londra, dove si è presentato Ciao lunare. “Il telefono era il centro del mio universo!”

Un dialogo

In tal modo, Ciao lunare intende mostrare sia il contrasto che il dialogo tra il mondo organico e il mondo digitale. “Sulla scena a volte è una questione di opposizione, a volte di comunione”confida Cheng. “Ma visto dalla sala, poiché la convivenza tra tecnologia e corpo produce una forma artistica, cioè la bellezza, non si tratta più di una lotta, ma di uno stato di cose”. Il coreografo ha unito le forze con i talenti di Jam Wu e Ethan Wang rispettivamente per sorprendenti schermi giganti e mobili e proiezioni potenti ed estetiche.

Visioni della stella lunare, ovviamente, che si trasforma in un vortice metafisico, ma anche di un uomo nudo di dimensioni titaniche nei panni di un mutante marmoreo… le immagini di Lunar Halo sono fuori dal comune. Contribuiscono anche le luci espressioniste e rigorose di Shen Po-hung e i costumi, qui minimalisti, là postindustriali, di Chen Shao-yen. Per la musica, Cheng si è rivolto ai Sigur Rós, un grande gruppo post-rock che, per dirla in breve, chiameremo “Icelandic Radiohead”.

Una cosmogonia

“Volevo infondere nel mio spettacolo un’atmosfera di fine del mondo, di vuoto, così ho pensato a questo gruppo di cui sono fan fin dalla scoperta della sua collaborazione con Merce Cunningham, questo disco dallo strano nome, Ba Ba Ti Ki Di Do”, dice Cheng Tsung-lung che è andato ad incontrarli in Islanda. “Quando ho portato lì la mia auto a noleggio, la compagnia di noleggio mi ha detto di stare attento ai forti venti. Era un presagio perfetto!” Ha selezionato 25 brani dal loro repertorio, estratti, sovrapposizioni, a volte brevissimi frammenti e il gruppo ha accettato di creare per e con lui, dal suo storyboard, i suoni, le linee e le connessioni che potevano mancare nella partizione. Etereo, climatico e stranamente ipnoticamente suggestivo, è disponibile sulle piattaforme con il titolo di Alone lunare di 22°.

Poiché sarebbe un peccato rovinare uno spettacolo la cui potenza, sensibile e cerebrale, è dovuta alla progressiva rivelazione, non diremo altro… Se non che la danza ha accenti cosmogonici, ed è traboccante di genesi, di vita, di , fuoco, scienza, fuoco, morte… e la vita, l’umano poi, cambiato, riformulato, accresciuto? “Lascio che ognuno dia la propria interpretazione ma, personalmente, le nuove tecnologie non mi preoccupano… purché non ci dimentichiamo mai di ballare! sorrise Cheng. In altre parole, finché non ti dimentichi di vivere, finché non ti lasci controllare da queste nuove tecnologie, queste aiutano ad espandere il tuo mondo!

“Lunar halo” il 28, 29 e 30 giugno, alle 20, all’Opera Berlioz, Corum, Montpellier. Da 10 a 50 euro.

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