“Ricordo il primo Rouergue come se fosse ieri”: Jean-Jacques Enjalbert, nella didascalia

“Ricordo il primo Rouergue come se fosse ieri”: Jean-Jacques Enjalbert, nella didascalia
“Ricordo il primo Rouergue come se fosse ieri”: Jean-Jacques Enjalbert, nella didascalia
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l’essenziale
Se il ruthenois Jean-Jacques Enjalbert fu, nel 1976 durante la 3a edizione, il primo Aveyronnais a vincere l’evento che allora si chiamava Criterium del Rouergue, al volante di un Alpine 1800 che aveva comprato a Bernard Darniche, fu il precedente anno, nel 1975, che entrò nella leggenda del Rouergue.

Già presente alla prima edizione del rally del Rouergue, allora denominato Criterium del Rouergue, nel 1974, il pilota locale Jean-Jacques Enjalbert fu costretto al ritiro nonostante si trovasse in una buona posizione al volante di un’Alpine che aveva acquistato di seconda mano . “Ricordo la prima Rouergue come se fosse ieri. Ho partecipato alla realizzazione delle prove speciali, compreso l’arrivo di quella di Villecomtal-Pont-de-Mouret, proprio sul ponte. Credeteci se volete ma è così dove, dopo un dosso situato su uno strapiombo, sono arrivato un po’ troppo velocemente e dopo il salto sono caduto troppo forte e ho rotto il ponte”, si è ricordato. La rutena ha preceduto una certa Michèle Mouton, l’unica donna nella storia ad aver vinto una manche del motomondiale e ad aggiudicarsi il titolo di vicecampionessa del mondo.

Nel 1975, un festival sotto la pioggia

Un anno dopo, durante la seconda edizione disputata sotto un tempo inclemente, pioggia, nebbia e perfino neve alla partenza da Rodez, mentre era copilota della piccola Simca 1000 Rallye 2 di Jean-François Ayrinhac, meglio conosciuto come soprannome “Patache “, Enjalbert si è distinto prendendo il volante. “Quando ho visto queste condizioni atmosferiche, ho detto: ‘Mi va bene’, e ho chiesto a Jean-François di passarmi il volante.” Fu l’inizio di un vero festival. I due hanno segnato i migliori tempi davanti ai favoriti Porsche che non hanno potuto competere con l’abilità di Jean-Jacques Enjalbert. “Alla fine del primo giro eravamo primi e, anche se avrei dovuto restituire il volante a Jean-François, lui mi ha chiesto di tenerlo”.

Jean-Jacques Enjalbert.
Riproduzione CP

Sfortunatamente per il duo locale, di prima mattina la strada si è asciugata e le Porsche hanno potuto dimostrare la loro potenza. Ciò non ha impedito ai ruteni di finire al secondo posto. L’anno successivo, Jean-Jacques Enjalbert prese il via al volante di una Alpine 1800 appartenuta a Bernard Darniche. E anche lì, con un tempo terribile, si è esibito uno dopo l’altro e ha vinto, diventando così il primo residente dell’Aveyron a inserire il suo nome nell’elenco dei vincitori dell’evento.

Enjalbert è tornato nella quarta edizione del Rouergue, ma una foratura gli ha privato della vittoria e si è classificato terzo. Il Ruthenois si dedicò poi ad altri eventi e partecipò più volte al Tour de France automobilistico, in cui vinse il suo gruppo. Alcune partecipazioni a Monte-Carlo gli permettono di vincere nella categoria amatoriale e di finire 10° assoluto nel 1977. E nel 1978, al volante di una Golf GTI, conquista il secondo posto nel Trofeo Pirelli, dietro a un’imponente Audi Quattro.

“Entrare nella meditazione totale è mille volte più intenso”

Performance mozzafiato che spiega a modo suo. “Per superare te stesso al volante devi essere altrove, in un’altra dimensione. Se rimani in contatto con il presente, inconsciamente non ti lasci andare completamente”. Il ruteno avrebbe poi dovuto partecipare al Tour de Corse, sempre al volante di una Volkswagen ma ha preso un’altra strada. “Quell’anno, quando sarei dovuto andare in Corsica, sentii il richiamo dell’India e partii da lì”spiega l’uomo che da molti anni vive come asceta a Cordes-sur-Ciel, fa frequenti viaggi in India e si dedica alla spiritualità e alla meditazione. “Quando vinci un rally vivi un momento intenso e ricco di emozioni, ma quando riesci ad entrare nella meditazione totale è mille volte più intenso”scivola il settantenne, per sempre leggenda del Rouergue.

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