Le azioni australiane crollano dell’1% dopo i dati sull’inflazione

Le azioni australiane crollano dell’1% dopo i dati sull’inflazione
Le azioni australiane crollano dell’1% dopo i dati sull’inflazione
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Mercoledì le azioni australiane hanno esteso le perdite, dopo che i dati hanno mostrato forti pressioni sui costi nel paese a maggio, con i pesi massimi della finanza e del settore minerario a guidare le perdite.

Alle 01:41 GMT l’indice S&P/ASX 200 era in ribasso dell’1,1% a 7755,7 punti. Martedì l’indice di riferimento è salito di oltre l’1%.

I dati hanno mostrato che il ritmo annuale dell’inflazione dei prezzi al consumo in Australia è accelerato ai massimi di sei mesi a maggio, mentre l’indice core è aumentato per il quarto mese consecutivo, portando i mercati a ridurre le possibilità di un altro aumento dei tassi.

La banca centrale del paese ha dichiarato all’inizio della giornata di non poter escludere un ulteriore inasprimento, sottolineando che la politica monetaria è restrittiva e che l’attuale tasso di interesse sta causando difficoltà finanziarie a molte famiglie.

Gli investitori sono inoltre in attesa dell’indice dei prezzi delle spese per consumi personali (PCE) degli Stati Uniti, la misura dell’inflazione preferita dalla Federal Reserve, previsto per venerdì, che potrebbe fornire ulteriori indizi sulla traiettoria del taglio dei tassi della Fed.

A Sydney, i titoli finanziari sensibili ai tassi d’interesse sono scesi dello 0,9%, con le quattro grandi banche che hanno ceduto tra lo 0,5% e lo 0,9%.

I titoli minerari pesanti hanno seguito l’esempio, perdendo l’1,7% a causa della debolezza dei prezzi del minerale di ferro.

Le azioni delle principali società minerarie BHP Group e Rio Tinto sono scese rispettivamente dell’1,5% e dell’1%.

I titoli auriferi sono scesi di oltre il 2,0% raggiungendo il livello più basso dall’inizio di aprile. Le azioni di Northern Star Resources e Evolution Mining sono scese rispettivamente dell’1,8% e dell’1,3%.

Allo stesso tempo, i titoli energetici sono scesi dello 0,6% a causa delle preoccupazioni sulla domanda negli Stati Uniti, il principale consumatore di petrolio.

I titoli tecnologici sono invece saliti dello 0,8% grazie ai guadagni registrati a Wall Street.

Le azioni di Star Entertainment sono aumentate del 3,2%, avviandosi verso il loro giorno migliore dall’inizio di giugno, dopo che l’operatore del casinò ha nominato Steve McCann CEO e amministratore delegato del gruppo.

L’indice di riferimento della Nuova Zelanda S&P/NZX 50 è salito dello 0,2% a 11.742,35 punti. (Segnalazione di John Biju a Bangalore; montaggio di Janane Venkatraman)

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