Par
Chrismaël Marchand
Pubblicato il
18 novembre 2024 alle 7:40
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Dal 26 febbraio 2024 il volto dell’industria nucleare francese non è più lo stesso. O almeno progetta di non essere più lo stesso.
Fino a questa data, il modello francese di riciclaggio del combustibile nucleare esaurito era infatti in un vicolo cieco, con a visione a lungo termine senza garanzia. Il futuro stesso dello stabilimento di Orano La Hague (Manche) era in aria.
La maestria industriale della Francia
Le dichiarazioni del presidente della Repubblica Emmanuel Macron, al termine del Consiglio di politica nucleare di febbraio, hanno finalmente fugato ogni dubbio. La presentazione del PPE (Programmazione pluriennale energetica), all’inizio di novembre, ha centrato addirittura il punto e ha convalidato “la prosecuzione della strategia di ritrattamento e valorizzazione del combustibile nucleare nonché il rinnovamento degli impianti a valle del ciclo”.
In questo contesto, è interessante conoscere gli orientamenti di Nicolas Maes, direttore generale del gruppo Orano dal novembre 2023. Poiché non è facile ottenere un'intervista al “grande capo”, ci accontenteremo quindi delle sue osservazioni formulate in… “La Jaune et la Rouge”, la rivista mensile della Società degli ex studenti e diplomati dell'École Polytechnique.
Nella rivista di questo mese, l'ex laureato (classe 1995) prende carta e penna, con Pierre-Étienne Girardot, direttore strategia, fusioni e acquisizioni di Orano, per discutere di “circolarità, punto di forza del modello nucleare francese” e soprattutto di “IL progetto industriale del secolo », che deve essere attuato in particolare a La Hague.
Enormi investimenti
In questo articolo, Nicolas Maes elogia, ad esempio, “la padronanza industriale della Francia sull'intera catena del valore del nucleare”, di cui nessun altro paese al mondo può vantarsi. Evoca ovviamente il investimenti enormi programmato sul sito di La Hague.
“Programma mirato a estendere l’attività degli attuali stabilimenti oltre il 2040avvio di studi per la realizzazione di a nuovo impianto di produzione di carburante Mox e un nuovo impianto di trattamento del combustibile esauritosia sul sito dell'Aia”, elenca il direttore generale, che parla anche della necessità di “lavorare insieme all'interno del settore e dei diversi stakeholder” per “sviluppare nuove soluzioni per progredire verso la chiusura del ciclo”, come il multiriciclo.
UN tabella di marcia sacra alla quale non mancano ambizioni né ostacoli.
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