Le opinioni degli economisti erano molto divergenti sulla decisione che avrebbe preso la Banca nazionale. L’istituto emittente ha sorpreso lo scorso marzo abbassando il tasso di riferimento di 0,25 punti all’1,5%. La BNS è stata quindi la prima grande banca centrale occidentale ad aprire il ciclo di tagli dei tassi, tanto atteso dai mercati.
Previsioni d’inflazione riviste al ribasso
Dall’estate scorsa l’inflazione si trova al di sotto della soglia del 2%, ossia all’interno della fascia che la BNS identifica con la stabilità dei prezzi. Dopo un picco del 3,5% nell’agosto 2022, l’inflazione è rapidamente scesa. L’inflazione è leggermente aumentata dall’ultima revisione della situazione economica e monetaria. A maggio era pari all’1,4%. “Questo aumento è dovuto in particolare all’aumento dei prezzi degli affitti, dei servizi turistici e dei prodotti petroliferi. Attualmente l’inflazione è determinata soprattutto dall’andamento dei prezzi dei servizi svizzeri», spiega la BNS nel suo comunicato stampa.
La Banca nazionale rivede al ribasso le proprie previsioni di inflazione. Si prevede un aumento dei prezzi dell’1,3% quest’anno, rispetto a una stima precedente dell’1,4%. Per il 2025 l’istituto emittente prevede un’inflazione dell’1,1% nel 2025 e dell’1,0% nel 2026.
In Svizzera si prevede una crescita moderata anche nei prossimi trimestri. Per il 2024 la Banca nazionale prevede un incremento del prodotto interno lordo (PIL) pari a circa l’1%. «In questo contesto è probabile che la disoccupazione continui ad aumentare leggermente e che l’utilizzo delle capacità produttive continui a diminuire leggermente». stima la BNS. Nel medio termine l’economia dovrebbe migliorare grazie ad un leggero incremento della domanda esterna. Per il 2025 la Banca nazionale prevede una crescita del PIL pari a circa l’1,5%.
Segue lo sviluppo
