La procura di Parigi ha chiesto nei suoi confronti cinque anni di reclusione, di cui tre sospesi, nonché cinque anni di ineleggibilità con esecuzione provvisoria nel processo contro gli assistenti parlamentari del Raggruppamento Nazionale. Richiede inoltre cinque anni di carcere, comprese due aziende agricole convertibili, e una multa di 300.000 euro.
“Difendere gli interessi dei francesi”
Siamo innocenti delle accuse contro di noi. Non esiste un lavoro fittizio, poiché tutti gli assistenti hanno lavorato. Non abbiamo violato nessuna legge francese e nessuno dei regolamenti del Parlamento europeo”, ha affermato Marine Le Pen. “Non abbiamo ricevuto un centesimo in più del dovuto per l’assunzione di assistenti. Hanno funzioni che consistono nell’assistere i deputati non solo nella loro attività legislativa ma anche nella loro attività politica. Abbiamo semplicemente fatto politica per difendere gli interessi dei francesi”, ha aggiunto.
“La mia sopravvivenza politica, ovviamente, dipenderà dall’attuazione di questa condanna a morte politica, con esecuzione provvisoria o meno”, ha affermato Marine Le Pen. “Ed è questo, credo, l’obiettivo fin dall’inizio di questa operazione lanciata da un socialista, (Martin) Schulz, (all’epoca) presidente del Parlamento europeo, d’intesa con la socialista (Christiane) Taubira, ministro della giustizia in quel momento”, ha continuato.
Evocando un atto d’accusa “oltraggioso” e “sproporzionato rispetto al minimo atto d’accusa dello stesso tipo”, la deputata del Pas-de-Calais ha espresso un “sentimento di rivolta”, secondo lei avvertito anche da “milioni di francesi” , “e anche al di fuori del mio stesso campo politico, poiché l’indignazione suscitata da questa accusa ha in qualche modo attraversato l’intera classe politica”.
Giudicato “l’obiettivo politico”.
I macronisti Gérald Darmanin, Christian Estrosi e Karl Olive, ma anche Jean-Luc Mélenchon hanno espresso le loro riserve sull’idea di una sentenza di ineleggibilità con effetto immediato. “In realtà, mi sono resa conto che non era la parte in causa ad essere giudicata, ma l’obiettivo politico ad essere giudicato”, ha protestato la donna che compariva insieme ad altri 24 imputati, sospettati di aver assunto assistenti degli eurodeputati le cui missioni si trovavano in quel paese. fatto ad esclusivo vantaggio del partito di estrema destra.