l'essenziale
Alla vigilia di ospitare il Perpignan, questo sabato 23 novembre all'Ernest-Wallon in occasione della 10a giornata della Top 14, David Mélé (39 anni), vice allenatore delle “skills”, parla della ripresa in seno al “rouge et nero” che guida il campionato. Apre anche la scatola dei ricordi.
Hai scelto di tagliare due settimane intere a differenza di molti club con nove giorni consecutivi. Era necessario?
Penso che il gruppo avesse bisogno di quella freschezza. Ci sono le nove partite, ma ci sono le tre, quattro settimane prima con la preparazione e le amichevoli. Quindi è stato un periodo piuttosto lungo per i giocatori e penso che tutti avessero bisogno di tagliare, di rigenerarsi per alcuni, di continuare un po' di riatletizzazione per altri. Perché nel periodo che si avvicina, soprattutto con questa partita di Perpignan, Racing e in più il periodo della Coppa dei Campioni, dovremo avere tutti i nostri giocatori al 100% per affrontare queste scadenze molto importanti.
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Conosci molto bene questa squadra dell'Usap avendo giocato lì come mediano di mischia tra il 2006 e il 2013 e poi durante la stagione 2018-2019. Quali mezzi bisognerebbe mettere in atto per metterlo in difficoltà?
Se avessi la ricetta la condividerei (sorride). Ma ovviamente conosco le sue caratteristiche e cosa lo rende forte, ho passato molto tempo lì. E' una squadra che viaggerà con, credo, molte ambizioni visto il periodo anche se è anche senza parecchi giocatori. Ma i Perpignani arriveranno con l'aggressività e la combattività che li caratterizzano. E il loro gioco che, da qualche tempo, è molto più fluido, molto più fluido nel voler giocare, contropiede da ogni parte. Questa è una squadra che cercherà di crearci più problemi possibili, soprattutto nei ruck, cercando di rallentare i palloni o di toglierceli in controruck. Sta a noi contrastarlo mettendo la lotta al loro stesso livello o anche più in alto per poter avere le nostre palle e mettere in campo il nostro gioco, che è ancora uno dei nostri punti di forza.
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Questa partita è più speciale di altre a livello personale?
Lui è speciale e lo sarà sempre. Ho trascorso lì 11 anni della mia vita, lì ho iniziato, lì sono nati i miei figli, quindi ogni volta rievoca ricordi che rimarranno sempre impressi in me. Ed è vero che quando cade il calendario guardo quando li riceviamo ma soprattutto quando andiamo lì. È qualcosa che significa molto per me. Successivamente, ora sono un allenatore allo Stade Toulousain e la mia squadra è lo Stade Toulousain. Anche se nel mio cuore c'è un piccolo posto per l'Usap, spero che sabato trionfino i “rossoneri”.
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È stato a Perpignan che hai toccato il tuo primo scudo del Brenno nel 2009…
L'unico come giocatore. È stato un periodo incredibile con una generazione di quattro anni sotto Jacques Brunel che penso non avrà eguali a Perpignan negli anni a venire. Abbiamo raggiunto due finali e una semifinale di Coppa dei Campioni, quindi questi sono ovviamente solo ottimi ricordi.