Il Venezuela chiede di fermare la vendita di Citgo

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Il recente annuncio che le azioni della società madre della Citgo Petroleum, con sede a Houston, sarebbero state messe all’asta da un tribunale federale americano ha scatenato una dura reazione da parte del ministro del Petrolio venezuelano Pedro Tellechea. Quest’ultimo ha chiesto la fine immediata di questo processo, sostenendo che il Venezuela è sul punto di perdere un asset strategico essenziale. L’origine di questa vendita risale a una causa intentata sette anni fa dalla compagnia mineraria Crystallex in un tribunale del Delaware. Crystallex e altri 17 creditori chiedono collettivamente 21,3 miliardi di dollari per espropri e inadempienze subite in Venezuela.

Un’opposizione venezuelana divisa

Rappresentanti dell’opposizione politica venezuelana e i consigli di sorveglianza di Citgo, la settima raffineria degli Stati Uniti, hanno recentemente invitato la Casa Bianca e il Congresso americano a sospendere l’asta per un periodo di 60 giorni, in attesa dell’esito delle elezioni presidenziali nel Venezuela. Tuttavia, il governo di Nicolas Maduro chiede la sospensione a tempo indeterminato di questo processo imposto dalla giustizia americana. “Hanno chiesto ai venezuelani cosa fare con i nostri beni? ha chiesto Tellechea, anche presidente della PDVSA di proprietà statale, la società madre di Citgo. Ha criticato la vendita, dicendo che “i nostri prodotti vengono venduti senza chiederci il permesso, senza alcuna consultazione. »

Investitori rinomati e questioni finanziarie

La prima fase dell’asta, tenutasi a gennaio, è stata definita “deludente” dagli avvocati che rappresentano Citgo. Tuttavia, la vendita ha recentemente attirato investitori di alto profilo, tra cui Elliott Investment Management, Centerview Partners e società energetiche statunitensi come ConocoPhillips e Koch Industries. Anche la società mineraria Gold Reserve, la cui richiesta di 1 miliardo di dollari contro il Venezuela è stata convalidata in tribunale, ha presentato un’offerta di credito. Tellechea ha inoltre sottolineato che la produzione di petrolio greggio del Paese continua a crescere, raggiungendo i 950.000 barili al giorno. Sono state concesse licenze individuali a società straniere e locali per operare in Venezuela, in seguito al mancato rinnovo di una licenza statunitense più ampia in aprile. Il destino di Citgo rimane quindi incerto, con importanti problemi economici e politici per il Venezuela. Fermare questa vendita è visto dal governo venezuelano come una necessità per proteggere gli interessi nazionali e mantenere il controllo strategico sulle proprie risorse energetiche.

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