“Se Louis (Aliot) non vince, verrò a trovarti personalmente”: un impiegato comunale di Perpignan in tribunale per un SMS minaccioso al responsabile della campagna del sindaco

“Se Louis (Aliot) non vince, verrò a trovarti personalmente”: un impiegato comunale di Perpignan in tribunale per un SMS minaccioso al responsabile della campagna del sindaco
“Se Louis (Aliot) non vince, verrò a trovarti personalmente”: un impiegato comunale di Perpignan in tribunale per un SMS minaccioso al responsabile della campagna del sindaco
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Mentre la corsa legislativa è ormai in pieno svolgimento, lunedì 17 giugno 2024 una controversia in seno all’unità elettorale 2020 del sindaco Rassemblement national de Perpignan è finita davanti alla sbarra del tribunale penale. Un impiegato comunale ha dovuto spiegare un atto “doloso e minaccioso” messaggio indirizzato a uno dei parenti di Louis Aliot.

Una storia molto nebulosa come quella esaminata giovedì mattina dal tribunale penale di Perpignan. Michel Meniker, impiegato del Comune da 25 anni come educatore sociale, nonché presidente del Collettivo generazione harki memoria e verità, si è fatto avanti per rispondere a un SMS inviato a François Dussaubat nel giugno 2020. All’epoca, quest’ultimo era poi uno dei responsabili della campagna elettorale di Louis Aliot. Dopo la vittoria, ha assunto la carica di vice responsabile delle risorse umane.

È in questa veste che un anno dopo, nel maggio 2021, si è presentato alla stazione di polizia per risolvere il caso riguardante, in primo luogo, le missive di un corvo appena inviate al municipio. Una prima lettera è stata inviata con minacce contro il deputato, intimandogli di abbattere i muri della strada. Poi è arrivata una busta contenente due lettere ingiuriose, una delle quali era ancora contro di lui. Successivamente ne sono seguiti altri che hanno preso di mira lo stesso sindaco. Molti dipendenti sono stati ascoltati. Ma il mittente con la penna appuntita non è mai stato identificato (nonostante nome e indirizzo annotati sul retro della busta…). Tuttavia, François Dussaubat aggiunge alla procedura vecchi messaggi telefonici ricevuti alla sua attenzione sul numero del cellulare della campagna di Louis Aliot dal cellulare di Michel Meniker.

“Louis ha bisogno di guerrieri, non di perdenti”

Il 13 giugno 2020 il primo SMS chiede: “Buonasera François, Louis (Aliot ndr) rischia di perdere qualche punto, a causa della stupidità di alcune persone che invece di essere positive, avviano la macchina perdente con una psicologia di merda. Che ne dici?” La sera stessa, l’interlocutore si spazientisce: “E allora?Quando il 14 giugno 2020 a mezzanotte esplose: “Ascoltami bene. Aspetto la tua risposta. O tiri fuori le dita dal culo o ti arrendi. Louis ha bisogno di guerrieri e non di perdenti. Ascoltami bene se Louis la sera del 28 giugno non lo farà” Per vincere, verrò a trovarti personalmente.

Per queste ultime parole, Michel Meniker è stato infine citato davanti al delegato del pubblico ministero, non ha riconosciuto i fatti e si è rifiutato di pagare il contributo cittadino di 150 euro che gli era stato richiesto. Trovandosi di fronte al giudice, assistito dal Me Nicolas Nassier, per oltraggio a persona detentrice di pubblici poteri. “Non ricordo più” Egli ha detto. “Non ho partecipato alla campagna anche se vado molto d’accordo con il sindaco che è amico del signor Dussaubat, lo conoscevo solo di vista. E poi non è stato eletto non era titolare di pubblici poteri e non era neppure impiegato presso il municipio. E l’imputato, ambasciatore dello Stato d’Israele, si è sfogato: “L’unica tessera che avevo era quella del sindacato. Mi sono sempre impegnato per la cittadinanza e mi è costato il divorzio e un triplo bypass. Ho quattro figli. Sono da qualche parte senza casa. Perché questa inflessibilità? Ho pensato di chiedere asilo politico in un altro Paese, ma andrò avanti nonostante le difficoltà. Viva la Repubblica, viva la Francia!”

Non c’è François Dussaubat, e nemmeno un avvocato che lo rappresenti, per fornire la sua versione dei fatti. Il pubblico ministero, dopo“un’indagine traballante” non ha altra scelta che chiedere il rilascio. E il tribunale non può che convalidare. Michel Meniker se ne va senza la minima convinzione. E senza sapere quale possa essere il motivo della sua ira…

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