la capsula che si è unita alla ISS non è ancora tornata

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Lo Starliner della Boeing resterà almeno il doppio del tempo previsto agganciato alla Stazione Spaziale Internazionale. La Nasa ha rinviato una conferenza stampa che avrebbe dovuto fornire maggiori delucidazioni sulla situazione.

Ad un’altitudine di 400 metri, attraccata alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), la capsula Boeing non è ancora tornata dalla sua missione. “Calypso”, il nome di prima navicella spaziale Starliner a trasportare astronauti verso la ISS, trascorrerà in orbita il doppio del tempo previsto mentre il suo ritorno era previsto nove giorni dopo il decollo, avvenuto il 5 giugno, cioè il 14 giugno. In un comunicato stampa pubblicato venerdì scorso, l’azienda americana e la NASA rinviato il suo ritorno al 22 giugno.

Per il momento nessuna spiegazione può far luce su questo ritorno tardivo degli astronauti Butch Wilmore e Suni Williams. Il loro ritorno sulla terraferma, che durerà sei ore, avverrà dopo 17 giorni di missione invece di nove, quando dovranno effettuare “test aggiuntivi”, trasmette CNBC. Secondo l’agenzia spaziale americana, si tratterebbe di controlli sul funzionamento dei portelli dello Starliner, sull’attivazione dei suoi propulsori e sulla regolazione della temperatura dell’aria nella cabina.

©Boeing

La conferenza stampa è stata ancora rinviata e dovrebbe tenersi solo poche ore prima del ritorno della capsula. L’occasione per fare il punto su questa prima missione Boeing con la NASA verso la ISS, missione dello shuttle diventata tradizionale in SpaceX, grazie a Crew Dragon. Con questa missione e questa prima capsula Calypso, Boeing otterrà o meno la certificazione per svolgere queste stesse missioni operative, durante le quali la capsula rimane generalmente in orbita per sei mesi.

Perdite e malfunzionamenti

Già durante la fase di attracco la nave Boeing mostrava margini di miglioramento, con perdite nel sistema di propulsione a elio. Perdite considerate stabili e sufficientemente deboli da non costituire una minaccia per l’autonomia della capsula – in particolare al suo ritorno – ma che sollevano interrogativi. Soprattutto perché sono state osservate altre quattro perdite da quando la Starliner ha attraccato. La NASA ha voluto ridimensionare la situazione per la sicurezza degli astronauti, ricordando che a bordo sono presenti i serbatoi di elio dieci volte la capacità necessaria per la missione.

©Boeing

Detto questo, le perdite non erano l’unico problema. Per guidare la nave verso il portello della ISS, vengono utilizzati 28 propulsori con precisione millimetrica. Nel corso dell’operazione cinque sono però risultate difettose. Dopo una riparazione, la Boeing avrebbe potuto recuperarne quattro, ottenendo così l’autorizzazione all’attracco dalla NASA. Tali situazioni dovranno essere risolte se Boeing prevede di poter recuperare la metà dei lanci con equipaggio verso la ISS, in alternanza con SpaceX. Il programma Starliner prevede inoltre che una singola nave possa effettuare almeno dieci missioni.

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