Il Raggruppamento Nazionale promette di ridurre l’Iva sul carburante se vincerà le elezioni legislative. Una misura estremamente costosa, risponde la maggioranza. Da parte sua, il Nuovo Fronte Popolare invoca il blocco dei prezzi.
Il prezzo del carburante, che ha innescato la crisi dei gilet gialli nel 2018, rimane un argomento particolarmente delicato nel periodo che precede le elezioni legislative anticipate.
Al punto che per attirare gli elettori alcuni partiti ne hanno fatto una priorità. È il caso del Raggruppamento Nazionale che promette di ripristinare il potere d’acquisto dei francesi abbassando i prezzi dell’energia in caso di ascesa al potere:
“La mia prima ambizione è ridurre l’Iva dal 20 al 5,5% sui carburanti, sull’elettricità, sul gas, sull’olio combustibile… perché penso che ci sono milioni di francesi che nei nostri paesi non possono più riscaldarsi o sono costretti a farlo limitare i loro spostamenti», ha dichiarato Giordano Bardella venerdì 14 giugno, durante un viaggio nel Loiret.
La maggioranza è contraria al taglio dell’Iva, il Nuovo Fronte Popolare difende il blocco dei prezzi
Ma questa riduzione avrebbe un costo considerevole, avverte il campo presidenziale. Secondo il Ministero dell’Economia e delle Finanze la misura rappresenterebbe un deficit di 16,8 miliardi di euro per le finanze pubbliche. Per questo la maggioranza non propone alcuna misura per ridurre il costo del carburante ma pone l’accento sulla mobilità green proponendo in particolare il raddoppio dei veicoli elettrici in leasing sociale.
Infine, il Nuovo Fronte Popolare chiede da parte sua il congelamento dei prezzi dei beni di prima necessità alimentari ed energetici, compreso il carburante. Questa procedura è resa possibile dal Codice del Commercio, ma a condizione che il blocco dei prezzi sia eccezionale e sia motivato da una situazione di crisi.
