sei mesi dopo, a che punto sono le indagini sull’omicidio del gendarme Molinari a Mont-Dore?

sei mesi dopo, a che punto sono le indagini sull’omicidio del gendarme Molinari a Mont-Dore?
sei mesi dopo, a che punto sono le indagini sull’omicidio del gendarme Molinari a Mont-Dore?
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A sei mesi dal giorno successivo alla sua morte, la sezione ricerche della gendarmeria continua le indagini per far luce sull’omicidio di Nicolas Molinari. Il 22enne gendarme mobile è stato colpito alla testa la sera del 15 maggio a La Coulée. Nessun arresto in questa fase. I genitori e la sorella del giovane si sono costituiti parti civili.

È un dramma di metà maggio in Nuova Caledonia. Mercoledì 15, in serata, mentre i disordini erano in pieno svolgimento nell’area metropolitana di Noumea, un gendarme era seduto in un veicolo di servizio, parcheggiato sulla strada provinciale a La Coulée, nel Mont-Dore. Una scena ricordata nel comunicato stampa inviato dal pubblico ministero questo venerdì 15 novembre, appena sei mesi dopo. “Intorno alle 20:00”Nicolas Molinari è stato colpito alla testa da un colpo di pistola.

Il giovane mobile, originario delle Bouches-du-Rhône, appartiene allo squadrone Melun, con sede nella regione parigina e distaccato presso il Caillou. Non sopravviverà. Quella sera, “diversi colpi di pistola [visent] anche gendarmi mobili che occupano il loro veicolo del personale”. Yves Dupas ci ricorda, “questi fatti estremamente gravi hanno portato la Procura ad aprire un’indagine giudiziaria il 30 maggio”. Per omicidio e tentato omicidio di soggetti titolari di pubblici poteri. Ma per quanto riguarda le indagini?

“Da allora le indagini svolte dalla sezione ricerche della gendarmeria sono proseguite sotto l’autorità del gip”risponde il pubblico ministero. “I genitori e la sorella di Nicolas Molinari sono diventati parti civili nel procedimento investigativo e attendono legittimamente di conoscere la verità sull’omicidio di Nicolas, 22 anni”.

Nessun arresto in questa fase. “Ma gli investigatori hanno effettuato numerose interviste a testimoni e hanno effettuato azioni di polizia tecnico-scientifiche”. Alla fine di luglio è stata organizzata una simulazione in loco.

A sei mesi dai fatti, vorrei sottolineare la nostra incrollabile determinazione nel portare all’identificazione degli autori di questo crimine, punibile con la pena massima dell’ergastolo.

Yves Dupas, pubblico ministero


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