Morte dell’icona degli Yéyés Françoise Hardy, all’età di 80 anni

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Era una delle icone degli yéyés e una delle artiste più apprezzate della sua generazione.

Françoise Hardy è morta all’età di 80 anni, abbiamo appreso dalla sua famiglia.

Soffrendo di cancro alla laringe dal 2019, dal quale era in remissione, ha finalmente perso la battaglia contro la malattia.

Françoise Hardy, un’icona indimenticabile per un’intera generazione

Nata il 17 gennaio 1944 a Parigi, Françoise Madeleine Hardy ha avuto un’infanzia solitaria segnata da un modello familiare unico.

Frutto di adulterio, è cresciuta con la sorella minore Michelle (1945-2003) con la madre Madeleine, una contabile che ha cresciuto i suoi figli da sola.

Ha pochi contatti con il padre biologico, direttore di una fabbrica di una grande famiglia borghese di Blois, che riconoscerà Françoise e sua sorella solo molti anni dopo.

Assente e talvolta perfino riluttante ad aiutare finanziariamente Madeleine, quest’ultima regalò comunque a Françoise una chitarra quando aveva 16 anni.

La giovane inizia quindi a imparare a suonare questo strumento e si appassiona sempre più alla musica e in particolare al rock and roll, stile che questa adolescente consapevole e introversa aveva scoperto qualche anno prima ascoltando la radio.

Decide di intraprendere la carriera musicale ed entra al Petit Conservatoire de la Chanson di Mireille Hartuch, prima di firmare un contratto con il direttore artistico di Vogue.

Spinta alla ribalta, si rivelò nel 1962 esibendosi in televisione quella che sarebbe diventata una delle sue canzoni più famose “All the boys and girls”. In pochi giorni il titolo divenne un successo e segnò l’inizio della sua fulminea ascesa.

Nel mezzo di un’onda yéyé, la sua voce dolce e le sue melodie malinconiche l’hanno resa rapidamente una delle preferite del pubblico. Ha poi avuto una serie di successi e tournée trionfali in Europa, mentre debuttava nel cinema.

Vestita da grandi couturier come Yves Saint Laurent o Paco Rabanne, cantò in inglese e apparve sulla rivista “Salut les amis” nel 1966, insieme ad altre 45 star del movimento yéyé, nella “foto del secolo” scattata dal fotografo Jean-Marie Périer, al quale è molto legata.

È quindi una delle personalità musicali più conosciute del paese.

Una popolarità che raggiunse poi vette grazie alla copertura mediatica della coppia glamour formata con Jacques Dutronc, conosciuto nel 1967. Da questa unione nacque, nel 1973, Thomas Dutronc, che a sua volta divenne cantante.

Più discreta a partire dagli anni ’70, non abbandona il canto e continua a registrare nei quattro decenni successivi per la gioia dei suoi fan, fedeli più che mai.

Tra i più grandi successi della sua carriera ricordiamo “Il tempo dell’amore” (1962), “La prima felicità del giorno” (1963), “L’amica della rosa” (1964), “L’amicizia” (1965), “La casa dove sono cresciuto” (1966), “La mia giovinezza lascia il campo” (1967), “Voilà” (1967), “Come dirti addio” (1968), “Messaggio personale” (1973), “Io ascolto alla musica ubriaca” (1978), o anche “Tante cose belle” (2004).

Nel gennaio 2004 gli fu diagnosticato un cancro al sistema linfatico. Poco aggressivo per una decina d’anni, il cancro è peggiorato nel 2015 e ha richiesto il ricovero in ospedale.

Il 6 aprile 2018, mentre era in convalescenza, ha pubblicato il suo 28esimo e ultimo album in studio, intitolato “Personne d’autre”.

Purtroppo, nel 2019, ha rivelato di avere un nuovo cancro, questa volta alla laringe, le cui cure l’hanno lasciata sorda, costringendola così a interrompere definitivamente la sua carriera.

Suo figlio Thomas ha voluto rassicurare i suoi fan nel novembre 2020, precisando che era in remissione nonostante i gravi postumi.

Ma il cancro alla fine le tolse la vita, all’età di 80 anni.

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