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L’effetto positivo dell’elezione di Donald Trump sul dollaro USA rimane rilevante, mentre gli investitori si aspettano che le sue politiche, soprattutto in termini di commercio estero, sostengano il biglietto verde, indebolendo al contempo l’euro.
Ricordiamo che Trump prevede dazi doganali universali dal 10 al 20%, che potrebbero ridurre significativamente le esportazioni europee verso gli Stati Uniti e incidere sull’euro.
Inoltre, gli investitori temono che le politiche di Trump stimoleranno l’inflazione, con il risultato che la Fed sarebbe costretta ad abbassare i tassi meno (o meno rapidamente) del previsto, il che rappresenterebbe un potente fattore al rialzo per la nota verde.
Si noti, tuttavia, che il calendario economico potrebbe svolgere un ruolo più importante nell’evoluzione dell’EUR/USD a partire da oggi, mentre sono attesi i dati dell’indice CPI tedesco e dell’indice ZEW, prima dei dati sull’inflazione statunitense per ottobre domani.
Dal punto di vista grafico, il prossimo potenziale supporto per EUR/USD è il minimo di quest’anno a 1,06, mentre al rialzo è l’area 1,07 il primo ostacolo concreto sul grafico giornaliero.
Si noti inoltre che la media mobile a 50 giorni si sta rapidamente avvicinando alla media mobile a 100 giorni. Tuttavia, un incrocio della media mobile a 50 giorni al di sotto della media mobile a 200 giorni costituirebbe un importante segnale ribassista che potrebbe motivare nuovi venditori.