“Uno stato palestinese (…) sarà uno stato di Hamas”, ha aggiunto Saar. “Non penso che questa posizione sia realistica oggi, e dobbiamo essere realistici”.
Il ministro israeliano ha formulato queste osservazioni in occasione del vertice straordinario che si apre lunedì a Riad tra i membri della Lega araba, un’organizzazione panaraba che riunisce 22 paesi, e dell’Organizzazione per la cooperazione islamica (OIC), un’organizzazione panislamica che riunisce più di 50 stati musulmani.
Tensioni in Medio Oriente: “Non avrei mai pensato che gli israeliani avrebbero osato fare una cosa del genere. Ci stanno uccidendo la memoria”
Secondo l’agenzia ufficiale saudita SPA, i partecipanti discuteranno della “continua aggressione israeliana nei territori palestinesi e in Libano”, mentre Riyadh invoca una nuova “alleanza internazionale” volta a favorire la creazione di uno Stato palestinese indipendente e sovrano.
Di fronte alla stampa, Saar ha fatto riferimento al processo di pace di Oslo, iniziato negli anni ’90, contro il quale hanno combattuto l’attuale primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il movimento islamico palestinese Hamas, compreso il sanguinoso attacco contro Israele del 7 ottobre 2023 che ha dato inizio alla guerra in corso.
Questo processo e il ritiro unilaterale di Israele dalla Striscia di Gaza nel 2005 “non solo (…) non hanno portato la pace, ma, come abbiamo visto, hanno compromesso la nostra sicurezza”, ha dichiarato il ministro.
Hamas ha preso il potere a Gaza nel 2007, dopo il ritiro israeliano, e “non vogliamo che ciò accada in Giudea e Samaria” (il nome che gli israeliani danno alla Cisgiordania, occupata da Israele dal 1967), ha aggiunto.
Nella sua prima conferenza stampa da quando è entrato in carica, pochi giorni fa, Saar ha ritenuto “importante” ricordare che, a differenza dell’ONU, Israele non considera “Giudea e Samaria” “come territori occupati, ma come territori contesi”.
Lì vivono diverse centinaia di migliaia di coloni ebrei tra 3 milioni di palestinesi.