“Sono venuto a casa tua perché mi piace l'insolito! » Per una volta, la donna in lacrime sul divano di Sam Zirah non è una candidata al reality. Lunedì 25 novembre, lo YouTuber da due milioni di iscritti ha intervistato Nadia El Bouroumi, avvocatessa dalle parole forti e con un certo gusto per la provocazione. A settembre quello che si presenta anche come «Life & Business Coach» sul suo account Instagram (53mila iscritti) si è fatta conoscere al grande pubblico creando polemica con i suoi video sul processo Mazan, dove ha difeso due imputati.
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Non è certo l’unico abito nero ad aver “sfondato” su Internet trasponendo i codici degli influencer nel mondo legale. A partire da Sarah Saldmann: per i suoi 350mila iscritti su Instagram e i suoi 207mila su TikTok, l'avvocato mescola decrittazioni giuridiche davanti alla telecamera e spaccati di vita in compagnia dell'editorialista Jordan De Luxe o su una gondola alla Mostra del Cinema di Venezia.
Laure-Alice Bouvier è stata per un certo periodo relatrice nella messa solenne televisiva di Cyril Hanouna. Tra un selfie e l'altro, colei che si presenta come dottoressa in giurisprudenza ed esperta di coaching offre formazione ai suoi 743.000 iscritti sul suo sito Loraliscreateurs.com. Il suo programma “Mentalità e metodi: imparare i segreti di chi ha successo”? Conta 60 euro. Nel suo caso, l'elenco degli avvocati di Parigi stabilisce che è avvocato non esercitante dall'ottobre 2024. Lei e Sarah Saldmann non hanno risposto alle richieste dell'avvocatura Mondo.
Delicato equilibrio tra professionale e privato
Questa commistione di generi genera tensioni in una professione in piena trasformazione e spinge l'ordine degli avvocati a porre dei limiti. Scritta nel 2023 dalla commissione etica “pubblicità, media e social network”, una guida elenca le insidie legate all'immediatezza dei social network, ricordando i principi che devono prevalere nell'esercizio delle loro funzioni e il divieto di pubblicare contenuti che ostacolino il segreto professionale .
“Gli avvocati inseguono i media da quando esistono, ma l’immediatezza dei social network ha cambiato la situazione, stima Charles Ohlgusser, vicesegretario di questa commissione presso il consiglio dell'ordine di Parigi. Laddove prima si faceva un commento che poteva essere riletto tre volte in un articolo di stampa, oggi un tweet, una pubblicazione su TikTok o un reel sono molto più spontanei (…). In termini di sanzioni, si arriva fino alla sospensione o addirittura alla rimozione. »
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