Non mi convince del tutto l'ipotesi secondo cui la strategia di rifocalizzazione di Kamala Harris avrebbe avuto un impatto nel facilitare la smobilitazione dell'elettorato di sinistra. Già nei sondaggi che escono dalle urne, le persone che si definiscono “liberali”, cioè di sinistra, sono altrettanto numerose da un’elezione all’altra. Penso che, anche se non sono stati convinti da Kamala Harris, abbiano votato soprattutto contro Donald Trump – come hanno fatto tutti i segmenti dell’elettorato democratico.
D’altronde questa strategia era stata messa in atto anche da Joe Biden, ed era assolutamente necessaria: per fronteggiare il declino democratico degli operai della decadente Rust Belt, che sembra davvero inesorabile, i democratici devono trovare un elettorato sostitutivo. La maggior parte delle analisi condotte sulla base dei sondaggi o dello studio dei risultati elettorali mostrano che gli elettori bianchi delle categorie operaie che nel 2016 sono passati dal voto democratico a quello di Donald Trump non torneranno: votano ora con preoccupazioni identitarie in mente.
L'elettorato sostitutivo dei democratici è soprattutto l'elettorato bianco, istruito e appartenente all'alta borghesia che popola le periferie delle grandi città. Dagli anni ’50 agli anni 2000 è stata la base principale dell’elettorato repubblicano, ma alcuni di loro sono disgustati dallo stile e dalla retorica di Donald Trump. È grazie allo spostamento di alcuni di essi che sono diventate Georgia, North Carolina e Arizona stati oscillantimentre vent’anni fa erano bastioni repubblicani inespugnabili. Certo, quest’anno non ha funzionato, ma ho la sensazione che il Partito Democratico non abbia altre opzioni per il futuro.
Ciò non significa che tale strategia non possa articolarsi con l’avanzare di proposte chiaramente ancorate a sinistra sul salario minimo, sul sistema sanitario, sulla tutela dei lavoratori, tutte questioni sulle quali i democratici sono, nell’opinione pubblica, in una posizione posizione di forza. Più in generale, mi sembra che, piuttosto che il dibattito tra una campagna di “sinistra” o di “centro”, ciò che è mancato a Kamala Harris è stato lo sviluppo di una vera narrativa, una vera visione per l’America, basata su proposte forti e concrete. Avrebbe potuto orientarlo un po' più a sinistra o un po' più al centro, non è proprio questo il punto. Il punto è che era necessario cercare di imporre dei temi nella campagna, sia per affrontare il rullo compressore mediatico trumpista, sia per provare a cambiare il focus della campagna, che si concentrava soprattutto sul malcontento degli americani riguardo alla situazione economica. Ovviamente è più facile a dirsi che a farsi, soprattutto quando ti restano solo centosette giorni…