Energia: come adeguare il proprio contratto dopo l’aumento del prezzo del gas

Energia: come adeguare il proprio contratto dopo l’aumento del prezzo del gas
Energia: come adeguare il proprio contratto dopo l’aumento del prezzo del gas
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A pochi giorni dal 9 giugno la tensione non riguarda solo i partiti politici. Allo stesso tempo, ed è una coincidenza, negli ultimi dieci giorni il mercato dell’energia ha ripreso a salire. Sul mercato TTF olandese i megawattora sono aumentati di oltre 10 euro, il che non fa ben sperare per i nostri contratti. Nei nostri articoli, Damien Ernst ha indicato la settimana scorsa che questo aumento rappresenta circa 200 euro all’anno per una famiglia con consumi normali.

Lunedì, alla chiusura dei mercati, si è osservato un nuovo rialzo, in seguito ad un guasto in una fabbrica norvegese. Nuova prova che dall’inizio della guerra in Ucraina il mercato non dispone più di piani di emergenza in caso di problemi.

Con quali effetti per noi? Molto concretamente, i prezzi dei contratti energetici sono stati aggiornati all’inizio di giugno, come ogni mese. L’aumento iniziato a metà maggio si fa già sentire, con un deposito che è aumentato di circa 20-30 euro per gas ed elettricità, sempre a seconda del consumo medio di una famiglia belga. Se questo livello di prezzo dovesse diventare la norma nelle prossime settimane, dovremmo aspettarci un ulteriore aumento dei prezzi all’inizio di luglio.

Il prezzo del gas è ai massimi da mesi sui mercati: “In questa configurazione parliamo di 200 euro in più all’anno per il consumatore”

Come reagire, allora? Dovremo mantenere le nostre buone abitudini (o riprenderle per chi ha dimenticato la crisi). Innanzitutto è importante continuare a leggere ogni mese i propri contatori per avere una visione d’insieme dei propri consumi ed evitare spiacevoli sorprese. Quindi, il passaggio al contratto a tempo determinato nel mese di giugno sembra saggio. Inizialmente costerà di più, ma ti proteggerà per un anno, pur avendo la possibilità di tornare a variabile se i prezzi scendono nuovamente.

Oggi più che mai è necessario essere flessibili e reattivi per limitare le spese.

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FEBEG e Test-Achats lanciano un appello a pochi giorni dalle elezioni

In Belgio non sono solo le turbolenze sui mercati internazionali a far lievitare la fattura. Sappiamo che il prezzo dell’energia rappresenta solo una piccola parte della bolletta, anche se due anni fa l’Iva è stata ridotta al 6%. Altre tasse e accise esistono ancora e pesano molto sulla bolletta, soprattutto per quanto riguarda l’energia elettrica.

Questo martedì, la FEBEG – la Federazione belga delle imprese elettriche e del gas – e l’organizzazione dei consumatori Test-Achats hanno lanciato un appello congiunto, pochi giorni prima delle elezioni. Nei loro memorandum per le elezioni, entrambi chiedono “una riduzione delle tasse sull’energia elettrica”. Le organizzazioni ritengono che “La situazione attuale, caratterizzata da un gran numero di tasse, canoni e obblighi di servizio pubblico, rallenta l’elettrificazione. FEBEG e Test-Achats vogliono che i nostri governi riducano la fattura proprio per sostenere questo sviluppo”.

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Si apprende inoltre che l’elettricità è tassata più pesantemente rispetto al gas e all’olio combustibile, mentre “le emissioni intrinseche di CO2 dell’elettricità sono molto inferiori a quelle, ad esempio, del gas e dell’olio da riscaldamento”, indicano le due associazioni. “Tuttavia, nell’ambito della transizione energetica, è essenziale orientarsi maggiormente verso l’elettricità, perché è un’energia molto più efficiente”.

FEBEG e Test-Achats prendono l’esempio in particolare del riscaldamento, con l’arrivo di numerose pompe di calore nelle case. “Il passaggio a tecnologie efficienti dal punto di vista energetico come la pompa di calore, cioè l’utilizzo dell’elettricità, oggi non è semplicemente economicamente sostenibile per la maggior parte delle case esistenti, anche a causa della bolletta elettrica eccessivamente tassata. Il prezzo dell’energia elettrica, infatti, è mediamente 4,1 volte superiore a quello del gas e 3,6 volte superiore a quello dell’olio combustibile. Una pompa di calore deve quindi essere già quasi 5 volte più efficiente per diventare finanziariamente interessante per il cambiamento delle famiglie, il che non è il caso.

E’ quindi a livello fiscale che si dovrebbe intervenire, secondo le due organizzazioni.

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