Donald Trump prende il sopravvento, ma negli “swing states” la posta in gioco può essere ancora tutta

Donald Trump prende il sopravvento, ma negli “swing states” la posta in gioco può essere ancora tutta
Donald Trump prende il sopravvento, ma negli “swing states” la posta in gioco può essere ancora tutta
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Mentre i conteggi continuano nella notte delle elezioni americane, il candidato repubblicano Donald Trump tende ad avere la meglio sulla sua rivale democratica Kamala Harris nei risultati elettorali delle elezioni presidenziali di mercoledì mattina (HB).

Quasi tutti i seggi elettorali sono ormai chiusi negli Stati Uniti – solo l’Alaska è ancora aperta al voto – dove martedì si sono svolte elezioni presidenziali molto imprevedibili. Secondo le proiezioni dei media americani, Donald Trump può contare tra 227 e 232 elettori sui 538 presenti nel collegio, mentre il suo rivale democratico può contare tra 205 e 211 elettori.

Il risultato più decisivo in questa fase è quello della vittoria dell’ex presidente Donald Trump nello stato chiave della Carolina del Nord, dove può mettere in tasca 16 voti elettorali. Ma i risultati di molti altri stati chiave, o “swing states”, questi territori indecisi che potrebbero influenzare l’esito delle elezioni, sono ancora attesi, in particolare in Arizona, Georgia, Michigan, Nevada e Wisconsin.

Il conteggio provvisorio conferma risultati vicini tra i due candidati alla Casa Bianca, ma con un leggero vantaggio per Donald Trump in questi Stati chiave. Nella fase finale della campagna, entrambi i candidati hanno dedicato enormi quantità di tempo e risorse per cercare di attirare questi elettorati. La comunità musulmana del Michigan è particolarmente ambita, così come lo sono gli elettori della Pennsylvania in grado di fornire non meno di 19 voti elettorali, il numero più alto di qualsiasi stato chiave.

Con il passare della notte, il divario tra i due candidati si è ampliato, mentre Donald Trump ha vinto in molti stati, secondo le proiezioni dei media americani. Non sorprende che questo sia il caso delle roccaforti repubblicane come la Florida (30 elettori) dove risiede Donald Trump, ma anche del Texas, uno stato ricco di petrolio che gli dà 40 elettori.

La vicepresidente Kamala Harris è uscita vittoriosa dalle urne negli stati della parte occidentale degli Stati Uniti, come Washington, Oregon e California. Questo stato le è stato relativamente acquisito, anche se ne era il procuratore generale. Questo successo gli permette di contare sul sostegno di 54 elettori. Si è affermato anche nell'est del paese, tra gli altri nel Vermont, New York, Virginia e Connecticut.

Nessun media è ancora riuscito a proclamare un vincitore, soprattutto mentre negli “swing states” tutto può ancora essere deciso. Questi risultati finali potrebbero richiedere anche diversi giorni.

Un indicatore elaborato dal New York Times, tuttavia, attribuisce una probabilità di vittoria del 91% al magnate Donald Trump, che ha promesso ai suoi concittadini, a volte in termini autocratici, di restituire la “grandezza” all’America.

Il sistema di voto negli Stati Uniti, un paese federale, è complesso. La presidenza viene assegnata a suffragio universale indiretto: gli americani votano per questo collegio di 538 elettori, distribuiti tra i 50 stati, senza che il totale dei voti a livello nazionale sia decisivo.

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