L’elevato tasso di crescita del Pil russo, così come le immagini del vertice BRICS di Kazan, vengono utilizzate da Mosca come vetrina del fallimento delle previsioni occidentali: l’economia russa infatti non è crollata e non è nemmeno totalmente isolata. Non è neutrale nella guerra ideologica che le grandi potenze stanno conducendo, perché il tema della resilienza russa ha una forte risonanza per tutte le popolazioni colpite da “doppi standard”: una buona crescita è percepita come una debolezza dell’Occidente, o addirittura un incentivo a resistervi.
Quindi non siamo ingenui, l'analisi economica fa parte della guerra ibrida, non appena viene trasformata in quella che i militari chiamano un'arena cognitiva. Il FMI ha appena annullato una missione in Russia, dopo una lettera di protesta dei ministri delle Finanze europei. Detto questo, cosa possiamo capire da questo tasso di crescita? Cosa ci dice sulla guerra, sulla capacità di finanziarla e sull’impatto di tutto ciò sullo scenario geopolitico globale?
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