Méganne Perry-Melançon, portavoce nazionale del Parti Québécois ed ex deputata del Gaspé, reagisce alla presentazione del piano volto a ridurre sostanzialmente l’immigrazione in Quebec da parte del suo leader.
La portavoce riconosce che la pressione delle soglie di immigrazione si fa sentire meno nelle regioni, dice di essere ben consapevole che alcuni settori dipendono da queste. Evoca in particolare la realtà degli istituti scolastici:
Méganne Perry-Melançon è consapevole che l’economia beneficia del contributo dei lavoratori stranieri, ma secondo lei ci sono due facce della medaglia. Secondo lei, l’utilizzo di lavoratori temporanei costituisce un ostacolo anche per le imprese:
>Anche i settori della ristorazione e del turismo contano sul contributo dei lavoratori stranieri per ridurre la pressione sul mercato del lavoro.
Da parte sua, la direttrice generale dell’Institut du Québec, Emna Braham, invita il governo a fare attenzione, perché la riduzione dell’immigrazione temporanea avrà un prezzo economico da pagare:
>Il piano di immigrazione del PQ si presenta come una risposta all’Iniziativa del Secolo, un gruppo di pressione federale che propone di aprire le valvole dell’immigrazione per portare la popolazione canadese a 100 milioni entro il 2100. Ricordiamo che Justin Trudeau ha preso le distanze dalle conclusioni dell’Iniziativa di il Secolo.
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