DECRITTO. Dibattito Gabriel Attal-Jordan Bardella: “Quando menti?” Un dibattito vigoroso e intransigente

DECRITTO. Dibattito Gabriel Attal-Jordan Bardella: “Quando menti?” Un dibattito vigoroso e intransigente
DECRITTO. Dibattito Gabriel Attal-Jordan Bardella: “Quando menti?” Un dibattito vigoroso e intransigente
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l’essenziale
Giovedì sera su France 2, il primo ministro e il presidente del Raggruppamento nazionale si sono opposti. Europa, immigrazione… Le frasi volavano via.

“Buonasera Caroline Roux”, dice Gabriel Attal senza guardare il suo avversario. “Buonasera Caroline Roux, buonasera signor Primo Ministro”, continua Jordan Bardella, sottolineando queste ultime parole. Questo antipasto riflette l’intero dibattito che ha opposto giovedì sera su France 2 l’inquilino di Matignon e il presidente del Raggruppamento Nazionale. Uno scambio muscolare, senza compromessi, durante il quale ciascuno ha sfruttato ogni minima debolezza dell’avversario, senza lasciarsi sfuggire nulla.

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Lo scontro era atteso con impazienza da entrambi gli schieramenti, ma soprattutto da quello della maggioranza. La candidata Valérie Hayer, infatti, fatica nei sondaggi. Nell’ultimo “rolling” Ifop-Fiducial per Le Figaro, LCI e Sud Radio, pubblicato poche ore prima del dibattito, Jordan Bardella è salito di altri 0,5 punti e ha raggiunto il 33% delle intenzioni di voto. L’eurodeputato è seguito da vicino anche dal candidato del PS Place publique Raphaël Glucksmann. Tuttavia, un arrivo in terza posizione metterebbe in grande difficoltà il campo presidenziale.

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Gabriel Attal aveva quindi la missione, questo giovedì sera, di rilanciare la dinamica. Nel pomeriggio, però, alcuni dirigenti macronisti erano dubbiosi sull’effetto prodotto. “Non cambierà nulla, siamo a pochi giorni dalle elezioni. A meno che l’uno o l’altro non commetta un errore, ovviamente. Ma non faranno errori. Sono superallenati e hanno il controllo totale l’uno dell’altro. e l’altro”, ci ha detto un funzionario eletto.

Due convinzioni opposte

Entrambi gli uomini, tuttavia, si lanciarono nella battaglia con convinzione. L’uno correggendo l’altro sulle cifre fornite o chiedendogli di essere più “rispettoso”… “Ho finito”, ripeteva spesso Giordano Bardella. Fin dai primi minuti si sono scontrate due visioni dell’Europa. “L’Europa è il malato delle economie sviluppate”, per Jordan Bardella. “L’Europa è prosperità”, per Gabriel Attal.

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Due convinzioni opposte che spesso si accompagnano a due atteggiamenti diversi: un presidente della RN serio e concentrato, con la gamba destra tremante, contro un primo ministro concentrato anche lui ma a volte beffardo e che non perde occasione per attaccare l’avversario. Sulla riforma del mercato elettrico europeo, Jordan Bardella assicura: “Non ho bisogno di leggere il testo”. Risposta del suo avversario: “Cosa vuoi dire con che non leggi i testi per cui voti!”

“Quando menti?”

Sono le 20:51 quando arriva la battuta finale del Primo Ministro: “Il metodo RN è dire: siamo contro tutto e dieci anni dopo, se funziona, si cambia idea. L’uscita dall’Euro, l’uscita dall’Unione Europea… La domanda è: quando menti ieri o oggi? E dice: “Per fortuna Marine Le Pen non è stata eletta nel 2017 perché avremmo lasciato l’Europa”.

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Non sorprende che anche i lunghi minuti dedicati all’immigrazione abbiano segnato il dibattito. Giordano Bardella spiega perché non ha votato a favore del patto Asilo-Immigrazione: “Mi sono opposto a questo testo perché prevede la distribuzione obbligatoria dei migranti”.

“Sostengo il patto di asilo e immigrazione perché (organizza) una protezione reale delle frontiere europee”, si oppone Gabriel Attal che cercherà di intrappolare il suo avversario sulla nozione di doppia frontiera difesa dalla RN, costringendolo a riconoscere che ciò implica il ristabilimento dei controlli ai confini della Francia. Con la faccia all’insù, Giordano Bardella risponderà: “stai giocando sulle paure”. L’ultimo attacco del premier: “Il vostro programma è un Banco. Quando lo grattate, dietro non c’è niente”.

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