Festival di Cannes 2024: Un paese in fiamme (Mona Convert, ACID)

Festival di Cannes 2024: Un paese in fiamme (Mona Convert, ACID)
Festival di Cannes 2024: Un paese in fiamme (Mona Convert, ACID)
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È come guardare un’installazione o un film di Apichatpong Weerasethakul: nel cuore della notte, nella foresta, le luci emanano dall’oscurità e svolazzano come lucciole, finché un improvviso incendio è accompagnato da un’esplosione, poi un tuffo nel buio. Se la giungla tailandese è lontana – qui siamo nelle Landes – la stasi ipnotica a cui invita il film si trasforma, come nel caso dell’autore diZio Boonmee, realtà in un universo meraviglioso. Il primo lungometraggio di Mona Convert, Un paese in fiamme segue gli spettacoli pirotecnici realizzati da una simpatica famiglia specializzata in fuochi d’artificio. Sebbene alcune scene descrivano la pittoresca vita quotidiana del gruppo, che vive in una fattoria isolata con pecore e cani da pastore, la maggior parte della narrazione è dedicata a catturare i loro spettacoli incandescenti. Queste sequenze permettono al film di regalare momenti di incredibile bellezza, all’interno di un documentario dai contorni modesti (1h11, con una trama ridotta all’osso). Durante una prova, la famiglia organizza, ad esempio, uno spettacolo pirotecnico in uno spazio ricco di vegetazione. Se il buio e il fogliame confondono già i marcatori, i bagliori successivi, che emergono a diversi livelli nella profondità di campo, riconfigurano la composizione dell’inquadratura e la partizione tra visibile e invisibile. Una semplice scintilla dirige il nostro sguardo a destra, poi a sinistra, poi in basso, prima che lo schermo si illumini intensamente.

In una delle ultime sequenze, una performance pubblica è così ricca di variazioni luminose da trasformare, una volta alterata dalla velocità di registrazione della macchina da presa (i 24 fotogrammi al secondo non riescono a tenere il ritmo), il documentario in un film sperimentale vicino al sfarfallio, alternando bianco e nero con cadenza stroboscopica. Nel corso del film, le ambientazioni delle Landes appaiono come un mondo magico popolato da apparizioni improvvise (cervi che attraversano la strada, mucche immobili che emergono dal buio, ecc.), mentre i volti dei personaggi, spesso ripresi in primo piano e circondati dall’oscurità , assumono proporzioni gigantesche, evocando colossi sputafuoco capaci di domare i vulcani. Tra cinema fantastico e messa primitiva, ambientata con brani musicali dagli accenti pagani o addirittura occulti, Un paese in fiamme ruota attorno a un’idea elementare: il fuoco è cinegenico.

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