La BoE mantiene i tassi stabili e prevede un’inflazione inferiore al target entro la metà del 2026

La BoE mantiene i tassi stabili e prevede un’inflazione inferiore al target entro la metà del 2026
La BoE mantiene i tassi stabili e prevede un’inflazione inferiore al target entro la metà del 2026
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La Banca d’Inghilterra ha mantenuto i tassi di interesse al 5,25%, in una decisione divisa con due membri dissenzienti. Il governatore Andrew Bailey ha indicato che è prematuro ridurre i tassi. Nuove previsioni prevedono che la pressione sui prezzi scenderà al di sotto dell’obiettivo entro due anni.

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La Banca d’Inghilterra (BoE) ha deciso di mantenere il tasso ufficiale al 5,25% nella riunione di maggio, come previsto, sottolineando il suo impegno a mantenere una politica monetaria restrittiva, volta a ancorare l’inflazione al suo obiettivo del 2% nel medio termine.

Con una decisione divisa, i membri del comitato di politica monetaria Swati Dhingra e Dave Ramsden hanno sostenuto una riduzione del tasso di 0,25 punti percentuali al 5%, divergendo dalla maggioranza dei sette membri. Ciò rappresenta un cambiamento rispetto alle riunioni precedenti, in cui in genere solo un membro dissentiva.

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Con questa decisione, il costo del denaro nel Regno Unito rimane di 2 punti percentuali al di sopra del tasso di inflazione, poiché secondo gli ultimi dati la pressione complessiva sui prezzi scende al 3,2% su base annua.

Pur riconoscendo un costante calo dell’inflazione, il governatore della Banca d’Inghilterra Andrew Bailey ha osservato: “Non siamo ancora a un punto in cui possiamo tagliare il tasso di base”. Tuttavia, per quanto riguarda la possibilità di un taglio dei tassi a giugno, ha dichiarato che ci sono altri due dati sull’inflazione prima di quella riunione.

La BoE alza le previsioni di crescita, riduce le stime di inflazione

Per quanto riguarda le prospettive economiche, il prodotto interno lordo dovrebbe ora crescere dello 0,4% nel primo trimestre del 2024 e dello 0,2% nel trimestre successivo.

Per l’intero 2024, la crescita è fissata allo 0,5%, con aspettative dell’1% e dell’1,25% rispettivamente per il 2025 e il 2026. Questi dati riflettono un modesto aumento rispetto alle previsioni precedenti, indicando un cauto ottimismo sulla traiettoria della ripresa economica del Regno Unito.

Tuttavia, la Banca ha anche messo in guardia dall’emergere di un “ristagno economico” nel 2024 e nel 2025, un periodo durante il quale l’economia potrebbe sottoperformare la sua produzione potenziale. Questo rallentamento è previsto come conseguenza della politica monetaria restrittiva in corso, che potrebbe frenare l’attività economica in modo più ampio.

Sebbene le condizioni del mercato del lavoro si siano allentate di recente, con indicatori che puntano ad un rallentamento della crescita delle retribuzioni, la Banca d’Inghilterra continua a considerare il mercato del lavoro complessivo più ristretto rispetto alle norme storiche.

Si prevede che il tasso di disoccupazione aumenterà leggermente dal 4,4% nel quarto trimestre del 2024 al 4,8% entro la fine del 2026.

Sul fronte delle pressioni sui prezzi, la Banca d’Inghilterra ha evidenziato che l’inflazione complessiva dei prezzi al consumo ha continuato a diminuire, ma ha anche notato che l’inflazione del settore dei servizi rimane elevata al 6,0% a marzo.

“L’inflazione dei salari e dei servizi più alta del previsto da febbraio dovrebbe farci riflettere, ma non dovrebbe interpretare in modo eccessivo”, ha detto il governatore Andrew Bailey durante la conferenza stampa.

Si prevede che l’inflazione al consumo si avvicinerà al target del 2% nel breve termine, ma potrebbe aumentare nel corso dell’anno a causa del venir meno degli effetti base legati all’energia.

In particolare, le nuove proiezioni della Banca d’Inghilterra vedono ora il tasso di inflazione annuale all’1,9% tra due anni e all’1,6% tra tre anni, scendendo quindi al di sotto dell’obiettivo del 2%.

Guardando al futuro, le future decisioni della BoE dipenderanno dai dati in arrivo, in particolare dagli indicatori di persistenza dell’inflazione e di resilienza economica.

Ciò include un attento monitoraggio della tensione del mercato del lavoro, delle tendenze salariali e dell’inflazione dei prezzi dei servizi. La banca centrale rimane dipendente dai dati, suggerendo che potrebbero essere sul tavolo aggiustamenti dei tassi nel caso in cui le condizioni economiche dovessero cambiare marcatamente.

Reazioni del mercato: la sterlina si indebolisce, il FTSE 100 sale

La risposta immediata del mercato alla decisione della BoE è stata un leggero indebolimento della sterlina britannica, con il tasso di cambio sterlina/dollaro in leggero calo a 1,2470 da 1,25. Al contrario, l’euro si è rafforzato contro la sterlina, salendo a 0,8615.

Le prime reazioni hanno visto la sterlina britannica indebolirsi rispetto alle principali valute, dopo la decisione della BoE.

Il tasso di cambio sterlina-dollaro è sceso a 1,2450 da quasi 1,25 prima della BoE, mentre l’euro si è rafforzato a 0,8615 contro la sterlina, rispetto a 0,8590 prima.

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Il rendimento dei gilt a 2 anni, indicatore delle aspettative sui tassi di interesse, ha mostrato un leggero calo al 4,29%, indicando crescenti aspettative di un taglio dei tassi della Banca d’Inghilterra nel prossimo futuro.

Le azioni hanno risposto positivamente, con l’indice FTSE 100 in rialzo dello 0,6%, sulla buona strada per segnare la sua sesta sessione consecutiva di guadagni, che segnerebbe la serie più lunga dalla fine di gennaio.

I maggiori guadagni giornalieri sono stati BP (1,5%), Reckitt Benckiser (1,4%) e Frasers Group (1,4%), mentre i ritardatari sono stati 3i (-4,1%) e HSBC Holdings (-3,7%).

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