Il cortometraggio distopico di Vivo innesca un’azione urgente sul clima per la foresta amazzonica

Il cortometraggio distopico di Vivo innesca un’azione urgente sul clima per la foresta amazzonica
Il cortometraggio distopico di Vivo innesca un’azione urgente sul clima per la foresta amazzonica
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Mentre i polmoni della Terra restano senza fiato, un cortometraggio immaginario creato con una tribù indigena mira a risvegliare la coscienza globale sulla necessità della conservazione.

Vivo, una società di telecomunicazioni brasiliana controllata da Telefônica Brasil, ha appena svelato un nuovo progetto di allerta sul punto di non ritorno nella foresta amazzonica.

Intitolato “Amazon Desert Rally”, il cortometraggio porta alla luce le minacce senza precedenti legate al prosciugamento dei fiumi, alla deforestazione e alla desertificazione nella foresta amazzonica attraverso una gara fittizia. Con lo slogan “Non sponsorizzare questa gara”, i consumatori di film considerano le origini dei prodotti in legno che consumano.

Vivo, che si autodefinisce l’azienda tecnologica più sostenibile dell’America Latina, ha collaborato con le tribù indigene brasiliane, come i Paiter Suruí, organizzazioni ambientaliste come l’IPAM (Amazon Environmental Research Institute) e la serie di corse Stock Car in Brasile per sviluppare la campagna. Nel frattempo, Africa Creative, che fa parte di DDB Worldwide del gruppo Omnicom e una delle più grandi agenzie pubblicitarie dell’America Latina, ha guidato l’iniziativa.

Girato sul Rio Branco a Roraima, il film ritrae un futuro distopico in cui gli indigeni del villaggio Paiter Suruí si allenano, la loro patria ancestrale, per una corsa sui letti dei fiumi asciutti.

Anche se la manifestazione rappresentata nella campagna può essere fittizia, i fiumi in prosciugamento dell’Amazzonia non lo sono. Solo nel 2023, i fiumi del bacino amazzonico hanno perso 120 trilioni di litri (circa 31,7 trilioni di galloni) di acqua.

Nel frattempo, il disboscamento illegale sta invadendo i territori indigeni designati per il disboscamento sostenibile. Il disboscamento illegale, che rappresenta il 40% del disboscamento in Amazzonia, secondo un recente studio pubblicato su Nature, provoca ogni anno lo sradicamento di aree forestali delle dimensioni della Danimarca.

Paulo Moutinho, ricercatore senior dell’IPAM, ha commentato: “Noi immaginiamo un futuro in cui le foreste e i fiumi che scorrono regnano sovrani, dove la natura prospera e l’umanità trova l’armonia con l’ambiente”.

“Senza acqua e senza foreste, l’umanità non avrà la vitalità necessaria per manifestarsi”, ha aggiunto Almir Suruí, presidente del territorio di Paiter Suruí e nominato Eroe della foresta dall’ONU.

La campagna di Vivo non si ferma alla narrazione cinematografica; estende la sua portata attraverso sette avvincenti poster stampati in xilografia, ciascuno realizzato da artisti indigeni presso lo studio di arti visive Black Madre. Le opere d’arte, esposte al Museo d’Arte Moderna di San Paolo, servono come toccanti promemoria del costo ambientale della deforestazione.

Insieme al lancio della campagna, Vivo si è anche impegnata a utilizzare legno certificato e a contrastare la deforestazione illegale.

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