Dopo la morte di Jean-Luc Malékat in Francia: l’ex ministro aveva diritto a un omaggio della Repubblica a Brazzaville

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Morto lunedì 15 aprile 2024 a Nizza (Francia), all’età di 72 anni, l’ex ministro delle Finanze è stato sepolto sabato scorso 4 maggio a Bétou, nel dipartimento di Likouala, dopo la cerimonia di omaggio alla Repubblica, giovedì 2 maggio , al Palais des Congrès, a Brazzaville, alla presenza del Capo dello Stato, Denis Sassou-Nguesso, dei presidenti delle istituzioni nazionali, del Primo Ministro Anatole Collinet Makosso, di membri del governo e di altri organismi nazionali. La messa di requiem si è svolta nella Basilica di Sainte-Anne, prima del trasferimento della salma a Bétou, in elicottero. Nell’orazione funebre pronunciata al Palazzo dei Congressi, il ministro dell’Economia e delle Finanze, Jean-Baptiste Ondaye, è tornato alla vita dell’illustre defunto, parlando di lui come di un uomo che ispirava “l’umiltà, la modestia, l’integrità e la moralità probità’. Di seguito l’orazione funebre completa.

“Due mesi fa, proprio in questi luoghi dove è solito svolgersi il rito repubblicano consistente nel rendere gli ultimi onori della Nazione agli illustri connazionali travolti, purtroppo, dal decreto del sovrano assoluto, in un clima pesante con emozione, la Nazione grata aveva scolpito nel marmo della memoria collettiva, un nome, quello del defunto Ministro Pacifique Issoïbéka, per i suoi buoni e leali servizi resi alla comunità nazionale, in particolare nel quadro del governo economico e finanziario del nostro Stato.

I resti di Jean-Luc Malékat esposti al Palais des Congrès.

Anche oggi, sottomesso alle prescrizioni di un’implacabile legge di serie, e seguendo le altissime istruzioni del Signor Presidente della Repubblica, Capo dello Stato, il vostro umile servitore, con il cuore pesante, dovrà adempiere, a nuovo, lo stesso ufficio di quello svolto il 2 marzo e cioè: stabilire, nell’eternità, l’omaggio e l’onore che la nostra Nazione rende ad una figura singolare, ad un patriota provato, ad un grande servitore dello Stato; che, per tutta la sua vita, languì anche sotto il giogo del mondo dell’economia e della finanza pubblica.
Infatti, quando il 15 aprile 2024, a Nizza, in Francia, nella sua immanente crudeltà e cecità, il mietitore ha strappato ripetutamente al nostro affetto e alla nostra stima comune il nostro connazionale Jean-Luc Malékat, il Congo ha subito una nuova shock, quello di aver perso un’altra delle sue pepite, portatrice degli attributi di un uomo di valore, definito dal pensatore in questi termini, cito: “Il vero valore di un uomo non sta in ciò che ha, ma in quello che è. Fine della citazione.

Eccellenze,
Signore e signori,
Davanti ai nostri occhi lacrimosi, su questo catafalco, sede della tristezza, dell’impotenza e della disperazione, giace, immobile, un uomo di valore, di grandi valori.
Perché, secondo l’opinione di tutti coloro che hanno avuto il privilegio di avvicinarlo e conoscerlo, Jean-Luc Malékat era, nella sua vita quotidiana, sinonimo di umiltà, di modestia, integrità e probità morale.
Jean-Luc Malékat ha saputo saggiamente contrastare le lusinghe del guadagno immeritato. Seppe, con prudenza, evitare la trappola dei beni materiali superflui, acquistati sotto l’influsso dell’immoralità.

Il ministro Jean-Baptiste Ondaye pronuncia l’orazione funebre

In verità, Jean-Luc Malékat ha vissuto la sua vita come sanno viverla gli uomini di valore, cioè con semplicità, dignità, socievolezza e con umanità.
Tante virtù quante il nativo di Brazzaville, che avrebbe dovuto festeggiare il suo 73esimo compleanno il prossimo 25 novembre, possiede dall’educazione rigorosa ed equilibrata ricevuta da suo padre, il patriarca Félix Malékat, e dalla sua tenera madre, mamma Firmine Lézo. Entrambi hanno avuto il merito di trovare, molto presto, le molle necessarie per guidare i passi e lo spirito già vivace del loro ragazzino, quarto figlio di una famiglia di tredici persone.
È così che il giovane Malekat seguirà senza sosta un percorso scolastico e universitario. Ciò è iniziato nella scuola elementare Saint Vincent de Paul di Poto-Poto, Brazzaville, nel 1957 e continuerà a Dongou, nell’attuale dipartimento di Likouala.
Il ciclo secondario lo ha portato al Lycée Chaminade, a Brazzaville, al Collège de Kinkala poi in Francia dove ha ottenuto il Brevet d’études de premier cycle (Bepc) nel 1970. Ha poi intrapreso gli studi superiori presso la Facoltà di Economia. di Grenoble, che conseguirà il dottorato in scienze economiche, nonché presso la Scuola Nazionale Tributaria di Clermont-Ferrand, dove conseguirà il diploma di ispettore fiscale.
Rientrato nel paese all’inizio degli anni ’80, Jean-Luc Malékat risponde immediatamente alla chiamata al dovere, integrandosi nell’amministrazione fiscale. Qui, il nuovissimo servitore dello Stato vivrà un’ascesa fulminea. Questa mobilità professionale sarà pari solo alla fiducia e all’ammirazione che le sue competenze e le sue capacità interpersonali susciteranno tra i suoi superiori gerarchici.
Pertanto, il giovane funzionario fiscale sarà a sua volta: agente di audit; Capo della divisione; capo servizio; direttore centrale; direttore generale; infine ministro dell’Economia, delle Finanze e della Pianificazione, dal 1991 al 1992, dopo essere stato sottosegretario di Stato al Bilancio, pochi mesi prima.
Nel contesto dell’instabilità governativa del cosiddetto periodo di transizione all’inizio degli anni ’90, segnato dal rapido rinnovamento delle squadre di governo, il ministro Jean-Luc Malékat è stato uno dei pochi, se non l’unico ministro a riuscire a mantenere la sua posizione presenza nei diversi governi del primo ministro André Milongo.
Un’autorità nella sua professione, il fiscalista e statista Jean-Luc Malékat, oltre alla sua partecipazione attiva alla formazione delle élite dell’Università Marien Ngouabi in qualità di docente, fornirà, a livello subregionale, un contributo significativo all’introduzione dell’imposta sul valore aggiunto (IVA) nei paesi CEMAC, offrendo allo stesso tempo servizi di qualità alle istituzioni finanziarie internazionali.

Signore e signori,
A questo livello di evocazione del percorso professionale dell’illustre scomparso, permettetemi di sottolineare che, negli anni ’80, il portatore di questo omaggio postumo, allora capo del dipartimento investimenti e approvazioni, responsabile della Commissione nazionale investimenti presso il Ministero di Pianificazione, aveva potuto beneficiare di una lunga e stretta collaborazione con colui del quale oggi la Repubblica magnifica l’opera e la memoria. Quest’ultimo era all’epoca direttore della legislazione e del contenzioso presso la direzione generale delle imposte.
Cosa possiamo dire di questo meraviglioso legame sul piano professionale, se non il sentimento di grande orgoglio per aver frequentato la scuola del servizio pubblico e avervi imparato che l’amore per il lavoro ben fatto deve essere un vero culto, il senso di l’interesse generale, principio sacro.
Cosa dire di questa meravigliosa esperienza di simbiosi sul piano umano che ha permesso di incontrare, regolarmente, un personaggio dotato di un’aura affascinante, se non l’immensa felicità di essere stato, in qualche modo, depositario privilegiato di un certo filosofia di vita basata, in particolare, sulla pazienza, sulla tolleranza, sul gusto della fatica e del sacrificio di sé.

Signore e signori,
Esaltare la vita di Jean-Luc Malékat significa anche riconoscere il suo impegno attivo nella formulazione di offerte relative alla gestione degli affari cittadini; è un ricordo della sua grande passione per lo sport e la musica. È questa doppia passione che lo ha portato a fornire efficacemente la supervisione tecnica dei calciatori della squadra del Patronage de Poto-Poto, a Brazzaville, per poi incarnare, non senza talento, il ruolo di centravanti della squadra di calcio del Rennes in Francia.
Sul piano musicale, Jean-Luc Malékat, voce tenore del Coro “Les piroguiers du Congo”, è stato anche cofondatore e grande mecenate delle orchestre sia in Congo che in Francia.
Tutto sommato, onorevoli colleghi, possiamo affermare con André Malraux che: “La vita non vale niente, ma niente vale una vita”, come quella di Jean-Luc Malékat di cui abbiamo cercato di ricostruire la vita.
Prima di concludere questa celebrazione repubblicana dedicata alla memoria di un connazionale il cui passaggio in questa terra di uomini avrà lasciato impronte indelebili, vorrei invitarci a rivolgere il nostro pensiero alla famiglia dell’illustre defunto. Una famiglia doppiamente in lutto.
Infatti, una settimana dopo la morte di suo figlio, papà Félix Malékat, consumato dal dolore, non è riuscito a sopravvivere alla tragedia. Morì, raggiungendo così la sua cara moglie, Maman Firmine, che lo aveva preceduto nell’aldilà per moltissimo tempo. In questo modo, all’unisono, veglieranno sull’anima e sullo spirito del frutto prezioso uscito dal loro grembo, come hanno fatto bene quaggiù.
Alla vedova Charlotte Malékat, profondamente afflitta e all’orfana Rosine Malékat, sopraffatta nella sua carne e nella sua anima, nonché a tutti i membri della famiglia in lacrime, la comunità nazionale, nella sua diversità, assicura il suo sostegno, la sua solidarietà e il suo conforto, in questa prova così difficile e dolorosa.
A te, Ministro Jean-Luc Malékat, ora riposato e in pace nell’eterno infinito, la Repubblica ti terrà sempre in grande stima. Perché, da tutto il tuo lodevole lavoro, il Congo, la tua cara Patria, ricorda e ricorderà che lì hai seminato il buon seme. Ministro, la Nazione riconoscente ti dice: Addio!”

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