“blockbuster intelligenti”, secondo Wes Ball

“blockbuster intelligenti”, secondo Wes Ball
“blockbuster intelligenti”, secondo Wes Ball
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Dirigere il sequel dei film degli anni 2010 e il prequel del film del 1968 è la sfida che Wes Ball accetta in Il pianeta delle scimmie: Il nuovo regno che rinnova la saga. Questa decima opera, tratta dal romanzo di Pierre Boulle pubblicato nel 1963, permette al regista di farlo Labirinto rinnovare l’organico mantenendo il carattere che da sessant’anni garantisce il successo di questo universo.

“La saga di Il pianeta delle scimmie proporre blockbuster intelligenti, soddisfacenti per chi ha voglia di pensare. Ecco perché attira così tanto il pubblico da anni,” spiega Wes Ball 20 minuti. Questa nuova opera, che potrebbe essere la prima di una nuova trilogia, non fa eccezione alla regola moltiplicando nuovi personaggi attorno a un leader impressionante e un giovane essere umano libero.

Scimmie sempre più credibili

“Quando ero bambino e scoprii il film di Franklin J. Schaffner negli anni ’80, rimasi affascinato dalla ricchezza di questo universo senza comprenderne appieno il significato filosofico”, ricorda Wes Ball. Ha avuto un impatto così profondo su di me con la sua singolarità estetica che capisco perché piace ancora così tanto. » Owen Teague, Wes Durand e Freya Allan hanno preso il posto di Charlton Heston e Andy Serkis, ben noti ai fan della saga.

“È un equilibrio molto preciso trovare il proprio posto tra elementi familiari e la nuova generazione: si ha un po’ l’impressione di servire due padroni allo stesso tempo, ma è così che riusciamo a garantire la sostenibilità di queste storie”, insiste Wes Palla. Andy Serkis, che interpretava Caesar, la scimmia ribelle nei film di Rupert Wyatt e Matt Reeves degli anni 2010, aveva capito bene questa idea. È arrivato per dare una “mano forte” ai nuovi arrivati ​​concentrandosi sulla sceneggiatura e aiutando gli attori a diventare dei primati credibili.

Effetti sempre più speciali

“Andy è uno specialista in motion capture e la sua esperienza è stata preziosa nel far sì che gli artisti facessero molto più che semplicemente interpretare scimmie, facendoli sentire dei veri primati. » Anche la crescente qualità degli effetti speciali ha contribuito notevolmente alla longevità di queste avventure. “È stato fonte di confusione girare prima il film con attori in tute ricoperte di pois, e poi girarlo nuovamente senza di loro per far evolvere gli eroi in ambienti naturali, sotto un sole che non ci permetteva di nasconderci”, insiste Wes Ball. Il regista, però, non si è lasciato consumare dalla tecnica anche se, secondo le sue dichiarazioni, nel film ci sono solo trenta inquadrature che non sono effetti speciali.

“In un momento in cui è di moda denigrare gli effetti digitali, noi abbiamo una visione opposta a questo atteggiamento perché servono a realizzare la nostra storia che è la più importante”, insiste Wes Ball. Sono infatti gli scenari della saga che l’hanno mantenuta nel favore del pubblico includendola Il pianeta delle scimmie: il nuovo regno.

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