Consiglio Nazionale della Resistenza: Sapevano che era impossibile e l’hanno fatto | Interviste

Consiglio Nazionale della Resistenza: Sapevano che era impossibile e l’hanno fatto | Interviste
Consiglio Nazionale della Resistenza: Sapevano che era impossibile e l’hanno fatto | Interviste
-

Nel mezzo della guerra immaginano le conseguenze, la pace mentre organizzano la Resistenza e i suoi impulsi sparsi.

Hanno convinzioni diverse e perfino opposte, ma hanno una cosa essenziale in comune, la Resistenza (con la lettera maiuscola). Costruiscono un programma “chi combatte e chi progetta”. Prendono in prestito il titolo da una canzone americana “Happy Days” che riassume brillantemente il loro progetto: HAPPY DAYS.

Il 27 maggio 1943, a Parigi, Jean Moulin riunì per la prima volta il “CNR” che portò, il 15 marzo 1944, ad un programma che avrebbe portato al più grande ciclo di riforme economiche e sociali dai tempi della Rivoluzione francese. Conquiste che da allora sono sempre state minacciate, sempre riprese e sempre da difendere.

Ma come funziona questo genere di cose? “programma comune” avrebbero potuto essere adottati da rappresentanti di tendenze politiche e ambienti sociali così diversi e addirittura opposti? Questo perché hanno soprattutto un nemico comune e soprattutto hanno un “luogo comune”, la Francia.

Quest’anno il programma del Consiglio Nazionale della Resistenza festeggia il suo 80° anniversario. Un anniversario non troppo celebrato nel paese di Macron ma comunque un evento che ha portato, secondo un certo generale de Gaulle, “cambiamenti di immenso significato” : Previdenza sociale per tutti, pensione per i lavoratori più anziani, servizi pubblici, tra gli altri. Cose che oggi ci sembrano normali, e di cui non conosciamo la storia, ma che furono ottenute con una dura lotta, mentre al momento della Liberazione il Paese era totalmente in rovina.

Oggi, nel paese di Macron, la settima potenza economica mondiale, non possiamo più garantire la solidarietà a tutti. L’instancabile propaganda ce lo ha messo in testa come prova per anni. Una doxa, qualcosa che va da sé, che non si può discutere.

È la stessa doxa che i resistenti del CNR hanno vittoriosamente smascherato. Dal 1943, dopo la vittoria di Stalingrado, capirono che la situazione era cambiata e che la guerra sarebbe finita. Ma allora cosa fare? Che mondo vogliamo? È questo seguito che immaginano. Invece di scavare in ciò che li separa, cercano ciò che hanno in comune, che è la chiave del loro successo. In particolare riescono, insieme, a desiderare “l’instaurazione di una vera democrazia economica e sociale, che implica l’estromissione dei grandi feudatari economici e finanziari dalla direzione dell’economia. »

Senza dubbio la frase più forte e chiara di questo programma.

Le “feudalità” prese di mira erano le grandi imprese, che avevano collaborato principalmente con il regime di Vichy e spesso con gli occupanti nazisti. Insomma, quelli che avevano sempre

“preferiva Hitler al Fronte Popolare”. Questi grandi boss ai quali de Gaulle – ancora – avrebbe detto, ricevendoli alla Liberazione: “Non ho visto nessuno di voi signori a Londra… Beh, dopotutto non siete in prigione. »

Successivamente, per quanto riguarda i datori di lavoro, darà la sua definizione di CNPF

: “Un gruppo di pressione al servizio di interessi privati ​​e potenti che ha utilizzato e abusato della debolezza dello Stato”.

Questo è ciò che potrebbe riassumere questi 80 anni, è il programma di vendetta dei grandi datori di lavoro collaborativi, metodicamente con tutti i mezzi, think tank, lobby, sondaggi, media… Privatizzazioni, delocalizzazioni, distruzione della forza lavoro, non hanno ha smesso di fare questa guerra. E lì ovviamente ti accusano di complotto. Solo che uno di loro, Denis Kessler, vuota il sacco alla rivista Sfide

nell’ottobre 2007:“Oggi si tratta di uscire dal 1945 e disfare metodicamente il programma del Consiglio Nazionale della Resistenza”

.

All’epoca era il numero 2 del MEDEF, vice del barone Antoine Seillière, capo dei Wendel, erede del maestro delle Forge. Oggi questi “feudalità economiche e finanziarie”

tenere il timone del mondo. Qui sono perfettamente compatibili con l’estrema destra di Marine Le Pen ed Eric Zemmour. Il capitalismo è sempre stato compatibile con il fascismo.

Per molto tempo il capitalista grasso è stato nemico del lavoratore magro. Durante le lotte sociali, a volte violente, i datori di lavoro si sono lasciati andare e hanno perso alcune penne. Ma con la Marina non rischia più nulla, anzi. La Marina Militare è l’alleato e il protettore del capitalista, il suo coraggioso cane da guardia. Al popolo inferocito che si avvicina al palazzo con forconi e falci, spiega che la sofferenza del popolo – che ovviamente condivide – non viene da questo buon padrone ma da questo straniero laggiù, questo metico subdolo e islamista che viene a togliti il ​​pane dalla bocca, vela e violenta le tue figlie. E così eccoci passati dall’opposizione sociale all’opposizione razziale, dal disprezzo di classe al disprezzo razziale. Va detto che da anni i risultati delle lotte sociali sono stati molto magri. Dai gilet gialli alle grandi manifestazioni contro la riforma delle pensioni, non è stato concesso nulla, neanche una briciola. Concludiamo che la lotta sociale non porta da nessuna parte, è un vicolo cieco. E scivoliamo verso un’altra avversità, la più antica del mondo, quella del capro espiatorio, quella del lo strano straniero

come causa delle nostre disgrazie, la minaccia del grande sostituto, oggi l’arabo, domani ancora l’ebreo, come ieri il Rital, il Polak, l’Espingouin, lo zingaro…

Bloccando tutte le vie della protesta sociale, Macron, il presidente dei ricchi, favorisce l’estrema destra per la massima felicità del suo mondo.

Ma c’è anche l’effetto limitato dei vaccini. È stato con milioni di morti e crimini indicibili dell’Olocausto di Hiroshima che è stato prodotto il vaccino ” Mai più “.

Ma 80 anni dopo, perde la sua efficacia.

20 anni fa, per celebrare il 60° anniversario del programma del CNR, l’associazione ATTAC riunì alcuni dei protagonisti di questa avventura, con Giv Anquetil dovevamo incontrarli.

Oggi se ne sono andati tutti, ma sono lì.

Questa ritrasmissione è un omaggio e vuole essere un ricordo.

Daniele Mermet

Maurice Kriegel Valrimont

(1914-2006) deputato. PCF. Resistente

Jean-Pierre Vernant

(1914-2007) Storico, antropologo

Attivista del PCF. Resistente

Marco Ferro

(1924-2021) Storico. Insegnante

Filippo di Carta

1919-2014. Politico. Resistente

Stephane Hessel

1917-2013 Diplomatico. Scrittore. Resistente]

-

PREV Quale frutto può essere tossico con determinati farmaci?
NEXT Calcio – Ligue 2. Possibile proseguimento, Thomas Callens titolare, Lucas Buades assente…: cosa sapere prima di Rodez