La Russia trova un modo indiretto per esportare il proprio gas in Europa e minaccia la nostra sicurezza alimentare

La Russia trova un modo indiretto per esportare il proprio gas in Europa e minaccia la nostra sicurezza alimentare
La Russia trova un modo indiretto per esportare il proprio gas in Europa e minaccia la nostra sicurezza alimentare
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Le rotte del gas russe sono più estese di quanto pensiamo. Mentre dal 24 febbraio 2022 e dall’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe russe, l’Europa ha imposto sanzioni al Cremlino e ridotto notevolmente gli acquisti di gas da Mosca, il Paese sembra aver trovato un’altra strada per vendere i suoi prodotti all’Europa. Dall’inizio del conflitto, si legge sul Financial Times, l’Europa ha importato una quantità senza precedenti di fertilizzanti a base di azoto direttamente dalla Russia.

Se questo Stato è un attore chiave in questo mercato, è perché i suoi fertilizzanti sono ricavati dal gas naturale. Fornendo all’Europa piccoli pellet di fertilizzante, la Russia continua quindi a vendere il suo gas in modo indiretto. E questo significa cedere parte della nostra sicurezza alimentare a Mosca.

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Russia: sulla via del gas, dal Caspio al Mar Nero

Subito dopo l’invasione, i prezzi dei fertilizzanti sono aumentati drasticamente, lasciando gli agricoltori europei in difficoltà per pagarli. Altrove, come in Africa, alcuni agricoltori sono stati costretti a rinunciare ai fertilizzanti, rendendo così i loro appezzamenti più esposti a rischi.

I russi, vincitori economicamente e politicamente

Da allora i prezzi sono nuovamente scesi e l’Europa si è rivolta in massa alla Russia piuttosto che ad altri produttori per ottenere fertilizzanti azotati. Accordi di importazione resi possibili da una clausola nelle sanzioni adottate dall’Occidente. I prodotti alimentari e i fertilizzanti russi non sono interessati dalle restrizioni alle vendite. L’industria russa dei fertilizzanti azotati ha visto i suoi ricavi dalle esportazioni aumentare del 70% tra il 2022 e il 2023.

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Questa superiorità sul mercato dà forza – e denaro – a Mosca e potrebbe diventare un’arma politica privilegiata. Se la Russia decidesse di non commerciare più con nessun paese europeo, le culture ne risentirebbero profondamente.

Importare fertilizzanti russi è una cattiva idea per il pianeta

Il tema è tanto più serio in quanto i produttori europei di fertilizzanti azotati hanno visto diminuire la loro capacità produttiva poiché l’accesso al gas naturale è diventato difficile. Il settore europeo lancia quindi l’allarme. “Se l’Europa vuole garantirsi l’autonomia alimentare, deve mantenere una filiera produttiva locale e dipendere il meno possibile dalle importazioni.stima a Euractiv Leo Alders, presidente della lobby europea Fertilizers Europe.

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Gli europei denunciano anche gli accordi con la questione climatica derivanti dalla massiccia importazione di fertilizzanti russi. Le regole sullo sviluppo sostenibile in Russia sono molto meno rigide che nell’Unione Europea. La produzione industriale di fertilizzanti comporta quindi maggiori emissioni di gas serra. E questo senza contare il trasporto di queste palline di fertilizzante in tutta Europa. Si stima che l’impronta di carbonio dei fertilizzanti importati sia superiore del 50-60% rispetto a quella dei prodotti fabbricati in Europa.

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