Il bilancio 2025 “non è all’altezza” dell’emergenza ecologica

Il bilancio 2025 “non è all’altezza” dell’emergenza ecologica
Il bilancio 2025 “non è all’altezza” dell’emergenza ecologica
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Per risanare le finanze pubbliche sono stati annunciati tagli del credito per 60 miliardi di euro sull’intero bilancio statale 2025, secondo il disegno di legge finanziaria 2025 presentato giovedì 10 ottobre al Consiglio dei ministri.

Sul fronte ambientale, il governo Barnier prevede un risparmio di 1,9 miliardi di euro grazie a a « ricalibrazione degli aiuti ecologici »le cui linee erano già ampiamente note da febbraio (riduzione dei bonus ecologici per le auto elettriche, MaPrimeRenov e Fondo Verde a sostegno degli enti locali).

Secondo Émeline Notari, responsabile del finanziamento della transizione ecologica per il Climate Action Network, questa presentazione dà il via ad un lungo iter parlamentare che dovrebbe permettere di spostare alcune righe.


Reporterre — La legge finanziaria 2025 presentata questo giovedì è all’altezza della sfida del cambiamento climatico? ?

Emeline Notari — Dal rapporto sul finanziamento della transizione ecologica, di Jean Pisani Ferry e Selma Mahfouz, del maggio 2023, sappiamo che per raggiungere la neutralità carbonica nel 2050, il bilancio pubblico dovrà aumentare tra i 25 e i 34 miliardi di euro all’anno – di cui 10 a 12 miliardi di euro di bilancio per lo Stato, il resto a carico degli enti locali.

L’anno scorso il bilancio è stato presentato in concomitanza con la pianificazione ecologica e sono stati messi sul tavolo 7 miliardi di euro. Non continueremo questo sforzo nel 2025 e sono addirittura previsti tagli al budget. Quindi no, la somma complessiva destinata alla transizione ecologica non è all’altezza.

Il governo annuncia che porterà avanti il ​​Fondo verde, ma dovrebbe essere molto inferiore ai 2,5 miliardi di euro previsti per il 2024, pari a soli 1,1 miliardi. Tuttavia, questo è l’unico meccanismo specifico che mira ad aiutare le comunità a realizzare i loro progetti su questioni ambientali. Allo stesso tempo, stiamo riducendo le sovvenzioni alle comunità, e quindi le loro risorse complessive. Mentre sappiamo che da loro dipenderà gran parte dello sforzo per la transizione ecologica.

Dobbiamo anche tenere presente che il finanziamento della transizione si basa su due rami: dobbiamo aumentare la spesa verde e ridurre la cosiddetta spesa. « bruni » O « scappatoie fiscali inquinanti ». Tuttavia, una delle rare spese marroni su cui il governo ha voluto agire è stata la scappatoia fiscale sul diesel non stradale.

Purtroppo, con la crisi degli agricoltori, la legge finanziaria abbandona questa ambizione. Il governo non è stato in grado di affrontare in modo efficace con le parti interessate l’uscita dalle scappatoie fiscali.

Ricorda gli aspetti positivi ?

Sì, l’istituzione di alcuni meccanismi che vadano verso una maggiore giustizia fiscale, come la tassazione dei riacquisti di azioni proprie [lorsqu’une entreprise achète ses propres titres de propriété pour rémunérer ses actionnaires et soutenir son cours en bourse] e il contributo eccezionale delle grandi aziende. Per il momento l’obiettivo dichiarato di queste misure è la lotta contro la crisi di bilancio. Ci auguriamo che ciò contribuisca a finanziare gli obiettivi climatici e a rimborsare i costi « debito climatico »come ha annunciato il Primo Ministro. Perché questo debito climatico, se non lo affrontiamo, rafforzerà il debito di bilancio.

La legge finanziaria contiene anche un piccolo rafforzamento della penalità sul peso sulle auto. Ci auguriamo che ciò apra un dibattito più ampio su come implementare una sanzione veramente efficace, che contribuisca a frenare la vendita di SUV.

La tassa sui biglietti aerei, che il Climate Action Network chiede da molti anni, appare nei documenti inviati alla stampa dal governo. Dovrebbe fruttare 1,5 miliardi di euro. E’ questo un motivo di soddisfazione? ?

Saremo molto attenti a garantire che ciò appaia nella legge, beneperché per il momento non è compreso nel testo. Il governo assicura che la recepisce mediante un emendamento, spiegando che il testo della legge è stato redatto con urgenza per rispettare i termini costituzionali. Ci teniamo molto, perché è l’unica misura che pesa su uno dei settori più inquinanti che, oggi, non diminuisce.

« La fattura non include la tassa sul cherosene »

Difendiamo l’idea di una migliore tassazione del trasporto aereo per poter finanziare mezzi di trasporto alternativi. Là « La tassa Chirac »sui biglietti aerei, è un primo passo nella giusta direzione. Purtroppo la legge finanziaria non prevede una tassa sul cherosene.

Avrete altri punti di vigilanza, durante le discussioni sul bilancio che iniziano nell’Assemblea nazionale? ?

Saremo attenti a un possibile ritorno di emendamenti che mirano a limitare le libertà associative, rimuovendo l’esenzione fiscale per le donazioni ad associazioni che praticano la disobbedienza civile, come Greenpeace, L214 e molte altre. Sono stati presentati l’anno scorso dal Raggruppamento Nazionale Les Républicains, sostenuto dal gruppo Renaissance e anche dal governo, prima di scomparire dal testo adottato da 49-3. Sono emendamenti che servono a imbavagliare le associazioni e temiamo che riemergano.

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