Sulla Luna, la scoperta di un cratere da impatto causato dalla NASA nel… 2009!

Sulla Luna, la scoperta di un cratere da impatto causato dalla NASA nel… 2009!
Sulla Luna, la scoperta di un cratere da impatto causato dalla NASA nel… 2009!
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Accade spesso che le missioni spaziali forniscano nuove informazioni diversi anni o addirittura decenni dopo il loro completamento grazie a innovazioni tecnologiche e analitiche che consentono di estrarre dati prima inutilizzabili. Questo è, in un certo senso, quello che è successo con la missione LCROSS (Lunar Crater Observation and Sensing Satellite) che la NASA ha condotto sulla Luna nel 2009 e i cui risultati scientifici sono stati appena arricchiti.

Rileva la presenza di acqua

In uno studio pubblicato su Lettere di ricerca geofisicaun team che riunisce ricercatori americani della John Hopkins University, Arizona e della NASA, spiega in dettaglio come sono riusciti a rilevare il cratere da impatto causato dallo schianto deliberato di uno stadio di razzo Centaur usato il 9 ottobre 2009.

L’obiettivo della missione LCROSS era studiare gli espulsi di materiali volatili causati dall’impatto per rilevare, tra le altre cose, la presenza di acqua. Quattro minuti dopo l’impatto, la sonda LCROSS ha sorvolato l’area per raccogliere dati prima di colpire la superficie.

Tuttavia, il sito selezionato per questo scopo si trovava in un’area permanentemente ombreggiata all’interno del cratere Cabeus, il che ha impedito agli scienziati di osservare direttamente il cratere dopo la sua formazione.

Un cratere di 22 metri di diametro

Per localizzare e caratterizzare il cratere, il team di ricercatori ha utilizzato i dati degli strumenti Mini-RF della sonda Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO) e della ShadowCam della sonda Korea Pathfinder Lunar Orbiter.

Secondo le stime ricavate da questi dati, il cratere provocato dall’impatto della missione LCROSS ha un diametro di circa 22 metri e il materiale espulso proveniva da una profondità di circa due metri.

Uccelli “recenti”.

Il pennacchio di materiale espulso comprendeva una quantità significativa di acqua, stimata in 5,6 ± 2,9 percento in massa, nonché quantità minori di altre specie volatili non specificate. Un’altra lezione appresa da queste analisi è che questi volatili sono stati depositati o rielaborati negli ultimi 100-500 milioni di anni, un periodo abbastanza recente se paragonato alla storia della Luna.

Questa “giovinezza” e la composizione chimica permettono agli autori dello studio di ipotizzare che questi materiali provengano forse da una cometa o dal vento solare. Tuttavia, i ricercatori non escludono completamente un’origine endogena derivante dall’attività vulcanica.

La missione Viper della NASA era quella di estendere LCROSS

Se questo studio ha arricchito la comprensione dell’origine e della distribuzione dell’acqua sulla Luna, richiede ulteriori ricerche per confermare o confutare le ipotesi. Questo era il ruolo assegnato al rover Viper della NASA che sarebbe dovuto atterrare al Polo Sud della Luna alla fine del 2024 alla ricerca di ghiaccio e altre potenziali risorse. Tuttavia, lo scorso luglio la NASA ha annunciato che avrebbe abbandonato questa missione a causa dell’aumento dei costi.

L’agenzia spaziale americana ha deciso di ricorrere ad altri metodi per verificare la presenza di acqua ghiacciata al Polo Sud della Luna pur dicendosi pronta a mettere il rover Viper a disposizione delle aziende e delle istituzioni americane interessate a riprendere la missione.

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