Patrimonio e uguaglianza, un dibattito sempre delicato

Patrimonio e uguaglianza, un dibattito sempre delicato
Patrimonio e uguaglianza, un dibattito sempre delicato
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Secondo un recente sondaggio, oltre l’86% dei marocchini è contrario all’idea di uguaglianza tra uomini e donne nella trasmissione dei beni familiari. Questo rifiuto è particolarmente pronunciato nelle aree urbane, dove l’89,2% degli intervistati dichiara di respingere questa riforma, rispetto all’82,8% nelle zone rurali. Questa cifra mostra l’entità della resistenza sociale a una riforma che è tuttavia sostenuta da alcuni attori dei diritti umani.

L’opposizione a questa riforma è chiaramente più pronunciata tra gli uomini. Quasi il 92,3% di loro si oppone a questa uguaglianza, una resistenza che potrebbe essere spiegata da ragioni culturali e religiose profondamente radicate. Per le donne la situazione è più sfumata, anche se la maggioranza resta resistente a questo cambiamento. Infatti, l’81,4% delle donne marocchine intervistate condivide questa opposizione, ritenendo che la parità ereditaria sia in contraddizione con principi religiosi e sociali consolidati da tempo.

Questo paradosso solleva una domanda essenziale: perché i principali potenziali beneficiari di tale riforma si oppongono ad essa? Da un lato, ciò riflette senza dubbio la forte impronta delle tradizioni nella struttura familiare marocchina. Le donne, pur consapevoli delle disuguaglianze nella distribuzione dei beni, sembrano accettare un sistema che ritengono più legittimo perché basato su valori trasmessi di generazione in generazione. D’altra parte, l’eredità rappresenta più di una semplice questione di condivisione materiale. Tocca il simbolismo del ruolo degli uomini nella famiglia e nella società, ruolo che, per molti, deve rimanere distinto da quello delle donne.

Quale ruolo per la riforma della Moudawana?

La questione dell’uguaglianza nell’eredità non può essere dissociata dalle discussioni in corso sulla riforma del Codice della famiglia (Moudawana), adottato nel 2004, e la cui revisione è attualmente in preparazione. Dopo sei mesi di consultazioni, una prima versione del testo è stata presentata al re Mohammed VI il 30 marzo 2024. Questa riforma tanto attesa potrebbe aprire nuove prospettive per i diritti delle donne in Marocco, anche su temi delicati come l’eredità. Se la Moudawana ha già consentito notevoli progressi in termini di status personale, come un più facile accesso al divorzio per le donne o la limitazione del matrimonio dei minorenni, la questione dell’eredità resta uno degli ultimi bastioni da riformare.

I difensori di questa revisione ritengono che sia giunto il momento di conciliare i testi legali con gli sviluppi sociali nel paese. C’è però una forte riluttanza, soprattutto da parte dei conservatori, che ritengono che qualsiasi riforma della Moudawana debba rimanere in linea con i principi religiosi dell’Islam.

Perché il quadro religioso che stabilisce le regole dell’eredità in Marocco, come nella maggior parte dei paesi musulmani, è profondamente radicato nella mente delle persone. E ogni tentativo di rivedere le leggi in questo ambito si scontra con resistenze culturali, ma anche religiose, anche tra coloro che ne trarrebbero beneficio.

Insomma, in questa giornata dedicata alle donne marocchine, questo dibattito mette in luce quanto l’emancipazione della donna non si limiti a una serie di leggi, ma richieda anche una profonda trasformazione delle mentalità. Perché al di là delle cifre, è in gioco l’intera concezione del ruolo della donna nella società marocchina.

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