Taxi sanitari e ambulanze: presto i pazienti dovranno “condividere” il trasporto sanitario con altri pazienti

Taxi sanitari e ambulanze: presto i pazienti dovranno “condividere” il trasporto sanitario con altri pazienti
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Il governo, che cerca di risparmiare denaro, attacca la previdenza sociale. Nel 2022 i rimborsi per il trasporto sanitario ammontano a sei miliardi di euro. Nell’autunno del 2023, per contrastare questo forte aumento, il Parlamento ha votato per condividere il trasporto sanitario. Il decreto, che dovrebbe essere pubblicato nei prossimi giorni, è stato consultato dai colleghi dell’Ateneo -.

Una possibilità di rifiutare, ma di pagare

Secondo il decreto, ora dovrai condividere la tua ambulanza o taxi sanitario con altri pazienti malaticon una possibile deviazione di dieci chilometri per passeggero, nel limite di una deviazione complessiva di trenta chilometri. Per le persone che desiderano ottenere il trasporto individuale, e quindi senza condivisione del viaggio, il medico che le ha in cura dovrà specificare sulla ricetta che le condizioni del paziente sono incompatibili con il trasporto condiviso.

Sarà comunque possibile rifiutare il trasporto condiviso, ma gli onorari dovranno essere anticipati per un importo non ancora fissato. Infine, sia in ambulanza che in taxi, non sarà obbligatorio indossare la mascherina. Il decreto non prevede misure di barriera. Una mancanza di misura denunciata da Catherine Simonin, della Lega contro il cancro e di France Assos santé: “Senza misure di barriera (…), c’è ovviamente il rischio di contaminazione delle persone più fragili e vulnerabili che potrebbero avere controparti alle spalle e perdita di opportunità per la loro salute”, denuncia -.

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Un provvedimento fortemente criticato

Ospite di - il 3 maggio 2024, Alain Olympie, rappresentante degli utenti AP-HP dell’ospedale Saint-Antoine (Parigi), questo decreto porterà “necessariamente” a ad un peggioramento del servizio per i pazienti malati. «Ora la regola sarà il trasporto collettivo e non quello individuale. Con questo decreto ci riprendiamo la carta stradale, la bussola e la bussola, nell’era del GPS», si rammarica.

Bruno Lamothe, volontario di Renaloo, associazione di pazienti renali, il decreto rende vulnerabili le persone già gravemente colpite. “Il paziente può avere nausea, vomito… E questa persona sarà costretta a fare una deviazione fino a 30 km anche se si trova in una situazione vulnerabile”, spiega a -. Per quanto riguarda l’attesa della partenza dell’ambulanza o del taxi, il decreto prevede un “tempo di attesa ragionevole”. “Cos’è un ritardo ‘ragionevole’?, si chiede Catherine Simonin. Vediamo chiaramente che al pronto soccorso a volte possiamo aspettare cinque ore. Sono disposizioni molto vaghe, molto vaghe…”.

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