Telegram: Emmanuel Macron ritiene che l’evoluzione della moderazione sulla messaggistica sia un “passo cruciale”

Telegram: Emmanuel Macron ritiene che l’evoluzione della moderazione sulla messaggistica sia un “passo cruciale”
Telegram: Emmanuel Macron ritiene che l’evoluzione della moderazione sulla messaggistica sia un “passo cruciale”
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Emmanuel Macron ha ritenuto che la nuova moderazione attuata dalla messaggistica di Telegram costituisse “un passo cruciale”, in un’intervista rilasciata mercoledì alla rivista americana Variety. Il suo amministratore delegato, Pavel Durov, è stato arrestato e incriminato a fine agosto in Francia per pubblicazioni illegali sulla piattaforma.

VideoIncriminazione del CEO di Telegram: il suo avvocato considera le accuse “assurde”

Il magnate nato in Russia, ma che nel frattempo ha ottenuto la nazionalità francese, è processato, tra l’altro, per “complicità nella gestione di una piattaforma online per consentire una transazione illecita, come parte di una banda organizzata”, “rifiuto di comunicare , su richiesta delle autorità competenti, le informazioni (…) necessarie per effettuare (…) intercettazioni autorizzate dalla legge”, ovvero “riciclaggio di delitti o delitti organizzati”. È stato posto sotto controllo giudiziario.

“Ad ogni rivoluzione c’è un periodo di aggiustamento”

All’inizio di settembre Pavel Durov aveva promesso che avrebbe fatto della moderazione dei suoi messaggi “un motivo di orgoglio”. Emmanuel Macron ha accolto con favore questo “aggiornamento delle condizioni di utilizzo e della politica di riservatezza della piattaforma, con l’obiettivo di garantire che le regole fondamentali dell’ordine pubblico siano rispettate sulla piattaforma”.

Pavel Durov “in particolare ha annunciato di essere pronto a collaborare con le autorità in caso di attività illegali sulla piattaforma, il che costituisce un passo cruciale”, ha detto il presidente francese. “Ad ogni rivoluzione c’è un periodo di aggiustamento. Questo episodio ci ha dimostrato che non vi è alcuna inevitabilità quando si tratta dei principali attori digitali e che i cittadini e i loro governi sono in grado di stabilire regole e farle rispettare”, ha aggiunto.

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