“Ciò che ottengo dal surrealismo è un rapporto con l’inconscio per lasciare andare il controllo”

“Ciò che ottengo dal surrealismo è un rapporto con l’inconscio per lasciare andare il controllo”
“Ciò che ottengo dal surrealismo è un rapporto con l’inconscio per lasciare andare il controllo”
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L’autrice di “Piccola statuina di biscotto che gira su se stessa nel suo carillon” (il suo primo romanzo pubblicato da Gallimard nel 2000) e recentemente di “Sans Valeur” (Bayard, 2024), è nota per uno sguardo spostato dalla realtà, dove il gioco , mix di verità e invenzione. È del tutto naturale che “Marianne” gli chieda, in occasione del centenario del “Manifesto surrealista”, se questo movimento non avrebbe un ruolo da svolgere in questo approccio così particolare…

Marianna : Che rapporto hai con il surrealismo?

Gaëlle Obiegly: Il surrealismo, che è stato per me un incontro importante, corrisponde, attraverso l’esplorazione del pensiero, all’abbandono della gerarchia. Mi sono interessato molto giovane e davvero per caso. Non c’erano libri in casa, vivevo in campagna e mia madre mi portava dei libri da Parigi, che sceglieva per il titolo o per la copertina. Lei aveva riferito Vasi Comunicanti di André Breton così come Punto della giornata la cui copertina, nell’edizione 18/10, è stata poi illustrata da un dipinto di Magritte.

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