VIDEO. Formula 1 – 1994-2024: trent’anni dalla scomparsa di Ayrton Senna, “molto più di un idolo della F1”

VIDEO. Formula 1 – 1994-2024: trent’anni dalla scomparsa di Ayrton Senna, “molto più di un idolo della F1”
VIDEO. Formula 1 – 1994-2024: trent’anni dalla scomparsa di Ayrton Senna, “molto più di un idolo della F1”
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Una leggenda intatta. A trent’anni dalla sua morte, all’età di 34 anni, sul circuito italiano di Imola, il 1 maggio 1994, il brasiliano Ayrton Senna è ancora adorato e la sua morte ha contribuito a rafforzare la sicurezza in Formula 1.

Se la sicurezza aveva già fatto progressi negli ultimi vent’anni su iniziativa di piloti come il tre volte campione del mondo Jackie Stewart, la morte di Senna provocò un nuovo sforzo come testimoniano le strutture deformabili, l’attrezzatura dei piloti e le zone libere sui circuiti. Grazie ai miglioramenti così apportati, da allora è morto un solo pilota in seguito ad un incidente in F1, il francese Jules Bianchi, nel 2014.

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Il giorno prima della morte del brasiliano durante il Gran Premio, un altro pilota di F1, l’austriaco Roland Ratzenberger, era già morto in un incidente durante le prove di qualificazione. Nello stesso fine settimana anche Rubens Barichello, connazionale di Senna, ebbe un incidente, dal quale uscì miracolosamente illeso. Ci sono stati “tre grandi incidenti (…) e penso che abbia scioccato la F1”ha detto all’AFP Frédéric Vasseur, ora capo della squadra Ferrari. “Non so se sia stato un fattore scatenante, ma è vero che spesso è quando c’è un incidente che si cambia. Dopo Jules (Bianchi), abbiamo fatto l’alone per esempio” aggiunge, riferendosi al roll bar sopra l’abitacolo che ora protegge la testa dei piloti.

Lunga indagine

Nel film “1, Life on the Limit”, uscito nel 2013 e dedicato alla sicurezza in F1, il giornalista specializzato britannico Maurice Hamilton osservava che la morte di Ayrton Senna aveva “è stato trasmesso nei salotti di milioni di persone che non sapevano molto di sport motoristici ma sapevano chi era e volevano sapere chi era il colpevole”. Una lunga indagine ha stabilito che l’incidente è stato causato dalla rottura del piantone dello sterzo della sua Williams e che una ruota ha colpito il casco, mentre un braccio della sospensione ha perforato l’abitacolo quando l’auto si è schiantata contro un muro di cemento, nella curva del Tamburello, dove mercoledì gli verrà reso omaggio alla presenza del boss della F1 Stefano Domenicali e dei ministri degli Esteri italiano e brasiliano.

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Con tre titoli mondiali (1988, 1990 e 1991), 41 vittorie e 65 pole position in 161 Gran Premi, Senna ha costruito uno dei record più belli della F1, con Lewis Hamilton, Juan-Manuel Fangio, Michael Schumacher, Max Verstappen, Sebastian Vettel e Alain Prost. Prost resta indissolubilmente legato al destino di Senna. Non solo i due erano compagni di squadra, ma la loro rivalità rimane la più feroce mai esistita in F1. Il francese concluse la sua carriera alla fine della stagione 1993 con un ultimo titolo di campione del mondo, pochi mesi prima della morte di Senna. “Non ho brutti ricordi di lui.”assicurò al sito Motorsport.com nel 2018. “Tengo a mente gli ultimi sei mesi della sua vita, è stato allora che l’ho conosciuto molto meglio. Era una persona completamente diversa. Ho capito chi era veramente e perché a volte si comportava come un attore”.

Le lacrime di Schumacher

L’aura di Senna rimase immensa. Michael Schumacher, ancora giovane pilota, seguiva di pochi metri il pilota brasiliano al momento dell’incidente. Nel 2000, quando gli fu chiesto quali fossero le sue sensazioni dopo aver eguagliato quello che allora era il record di Senna di 41 vittorie nei Gran Premi, il tedesco scoppiò in lacrime davanti alle telecamere, nonostante la sua reputazione di freddezza.

Anche Lewis Hamilton ha bei ricordi di quel fatidico giorno. “Avevo nove anni e mio padre mi disse che Ayrton Senna era morto in un incidente. Da bambino è difficile capire cosa significhi veramente ma io andavo dietro la macchina e piangevo”ricorda l’uomo che sarebbe diventato sette volte campione del mondo, ancora nel film “1, Una vita al limite”.

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Se Senna ha lasciato ricordi indelebili come pilota, era anche preoccupato per la povertà nel suo paese. Oggi la fondazione “Instituto Ayrton Senna”, gestita dalla sorella Viviane e dalla nipote Bianca, si prende cura dei bambini svantaggiati, che Ayrton Senna, che non si è mai sposato e non ha avuto figli, voleva aiutare. Senna “era molto più di un idolo della F1. Era un modello di eccellenza, perseveranza e integrità”ha sintetizzato recentemente l’ambasciatore brasiliano in Italia Renato Mosca, presentando la mostra dal titolo “Ayrton Senna per sempre” al Museo dell’Automobile di Torino.

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