Vi ho detto molte volte che stiamo entrando nel decennio della scarsità, della deglobalizzazione e del caro energia. Tanti fattori strutturalmente inflazionistici. Non che l’inflazione sarà al 10% ogni anno, ma vederla oscillare tra il 3 e il 5% annuo non sarebbe sorprendente.
È in questo contesto molto logico che gli aumenti dei prezzi sono accelerati al 2,7% su base annua a marzo, rispetto al 2,5% di febbraio, secondo l’indice PCE pubblicato venerdì dal Dipartimento del Commercio.
“L’inflazione è rimbalzata a marzo negli Stati Uniti, secondo l’indice PCE, favorito dalla banca centrale americana, la Fed, e pubblicato pochi giorni prima della sua prossima riunione, il che dovrebbe incoraggiarla ad aspettare prima di iniziare ad abbassare i tassi. Secondo l’indice PCE pubblicato venerdì dal Dipartimento del Commercio, gli aumenti dei prezzi sono accelerati al 2,7% su base annua a marzo, rispetto al 2,5% di febbraio. »
Gli analisti sono rimasti sorpresi, ma penso che non ci sia alcuna sorpresa. L’inflazione tenderà al rialzo e le banche centrali della FED, come la BCE, dovranno senza dubbio rivedere il loro obiettivo di inflazione del 2% e aumentarlo al 3 o 3,5%.
Carlo SANNAT
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