quanto vale il western femminista di Viggo Mortensen?

quanto vale il western femminista di Viggo Mortensen?
quanto vale il western femminista di Viggo Mortensen?
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Viggo Mortensen, il leggendario Aragorn del “Signore degli Anelli”, (ri)si mette dietro la macchina da presa per un western, dove è al fianco di un’impeccabile Vicky Krieps. Non apparendo virtuoso nella sua produzione, molto pacata, che cerca semplicemente di raccontare una storia esponendo chiaramente i problemi, “To the End of the World” trova la sua modernità nel soggetto. In questo violento West, infatti, la telecamera non segue gli uomini che fuggono costantemente o vanno in battaglia, ma resta con Vivienne Le Coudy, una donna indipendente… il cui destino è noto fin dalla prima scena. I numerosi flashback tornano alla storia d’amore che la bella canadese stringe con un taciturno sceriffo danese interpretato da Viggo Mortensen. L’opportunità di evocare, attraverso questi due immigrati, il concetto di confine e di illustrare la loro capacità di superare le prove… I criminali, la guerra o la malattia non sono mai lontani. Intimo… e toccante, quindi.

Come ti è venuta l’idea di realizzare un western in cui, cosa rara nel genere, la protagonista fosse una donna?

Inizialmente c’è un’immagine di mia madre, così come l’ispirazione di vedere una ragazza che sogna e gioca in una foresta. Poi, man mano che la scrittura procedeva, è diventata la storia di una donna libera e indipendente che ha cercato di oltrepassare, in senso letterale e figurato, i propri confini… E per raggiungere questo obiettivo, è stato interessante collocare questa storia in un momento storico in cui la società non aveva legge, oltre ad essere dominata dagli uomini.

Proprio come il tuo primo lungometraggio “Falling”, si tratta di evocare ricordi ed evidenziare riunioni. Qualche tema che ti interessa particolarmente?

Quando succede qualcosa di importante nella mia vita, penso al passato e in un certo senso è una forma di riunione. Anche se la persona non è presente, pensare a un evento specifico è ricco di significato… Anche i ricordi hanno la capacità di evolversi nel tempo. Quindi, anche se sto solo cercando di raccontare una bella storia, il mio background e la mia educazione sono pilastri su cui mi baso per creare. Non so se le immagini che ho in testa sono vere, ma cerco comunque di ricordare come hanno reagito i membri della mia famiglia a questa o quella situazione e il modo in cui io stesso ho percepito le cose.

“Come molti bambini della mia generazione, sono cresciuto con i western”

Il western ha i suoi codici. È stato difficile domarli?

Come molti bambini della mia generazione, sono cresciuto con i western. A differenza di oggi, molte serie o film hanno toccato questo genere. Tuttavia, pochi western classici si rivelano buoni film. La maggior parte non ha una trama molto originale, non è ben progettata, risulta goffa, ingenua… Tuttavia contiene interpretazioni di attori, scrittura, cattura di paesaggi, fotografia da cui possiamo trarre spunti.

Qual è il tuo rapporto con i maestri del genere, come Sergio Leone, Howard Hawks o Clint Eastwood? Erano fonti di ispirazione?

Sia come attore che come regista, non lavoro da un punto di vista ideologico o politico. Non mi aiuta a giocare. Se prendiamo Sergio Leone, anche se lo ammiro, non è un mio modello. È un altro genere, più specifico. Lì mi avvicino a Howard Hawks cercando una fotografia semplice ed elegante senza creare inutili tensioni nel modo in cui la fotocamera vede i paesaggi o i personaggi.

Vivienne, interpretata da Vicky Krieps, è una donna indipendente e di carattere, ma abbiamo la sensazione che, a causa della ferocia che la circonda, sia condannata a non essere libera…

Anche se finiamo in prigione o diventiamo schiavi, possiamo essere liberi nella nostra mente. Nessuno te lo può togliere. Vivienne è una donna dei tempi. Non è un supereroe e rappresenta il coraggio quotidiano… Ma non si trattava solo di parlare della sua indipendenza, ma di raccontare una storia d’amore, un rapporto di fiducia dove i sentimenti e il perdono sono più importanti della violenza o della vendetta. Vivienne e Olsen sono due esseri imperfetti, capaci di adattarsi, evolversi, cambiare, accettare… Non si sono mai mentiti, il che è insolito, addirittura molto raro.

Raccolto da Cédric Coppola

“Fino alla fine del mondo”, di Viggo Mortensen. Con Vicky Krieps, Solly McLeod. Durata: 2h09. Nelle sale mercoledì 1ehm Maggio.

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