I diritti umani hanno a che fare con la vita politica della città

I diritti umani hanno a che fare con la vita politica della città
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I diritti umani hanno a che fare con la vita politica della città

Dr Jean Martin – Ex medico cantonale

Pubblicato oggi alle 6:25

Ha senso approfondire il dibattito seguito alla sentenza del 9 aprile della Corte europea dei diritti dell’uomo che ha concluso che la Svizzera danneggia i suoi cittadini anziani non adottando misure sufficienti per contrastare il cambiamento climatico? Abbiamo assistito ad attacchi del tipo “Quando vuoi affogare il tuo cane, dici che ha la rabbia”, secondo il quale questo sarebbe un esempio dell’azione di “giudici stranieri”… Tuttavia, la Svizzera fa parte del Consiglio d’Europa e la CEDU, non vi è nulla di estraneo.

Si dice che la magistratura si sia intromessa indebitamente nella politica. Innanzitutto, tra i tre poteri, nessuno è destinato a prevalere sugli altri. E la magistratura ha il dovere di garantire il rispetto del quadro giuridico stabilito. La CEDU afferma che azioni sufficienti sono parte integrante del rispetto della vita e della salute. Per coloro che aprono gli occhi sulla situazione climatica, questa è ovviamente una decisione rilevante e necessaria – mentre non lo sarebbe stata nemmeno mezzo secolo fa, quando c’erano altre minacce. Oggi è un problema di sanità pubblica e, sì, un problema politico nel senso generale della vita in città.

Quasi divertente: chi si scandalizza per la sentenza di Strasburgo non ha parole abbastanza dure per criticare i disobbedienti che usano mezzi che sconvolgono per un attimo la vita “normale”. Tuttavia, non volendo sapere nulla della sentenza di Strasburgo, commettono essi stessi una disobbedienza civile di fronte agli impegni formali assunti dalla Svizzera.

I critici sono offesi dal fatto che il diritto alla salute, che vedono come un diritto di principio (un’aspirazione), diventi un “diritto credenziale”, cioè un diritto di cui la comunità può esigere la realizzazione da parte dell’autorità. Tuttavia, oggi abbiamo il diritto di esigere senza indugio azioni proporzionate alla portata delle questioni in gioco.

Sì, le caratteristiche della nostra convivenza stanno cambiando, molto rapidamente. Gli ambienti economici vedono la salvezza solo nella corsa (volo?) in avanti nella tecnologia. Ciò mentre si preoccupa sempre più, ad esempio, della mancanza di metalli rari. E mentre l’intelligenza artificiale (AI), uno dei fiori all’occhiello di questa magnifica tecnologia, suscita timori seri e in rapida crescita, in particolare per la nostra sicurezza e il funzionamento della democrazia. Anche in questo caso dobbiamo parlare del diritto fondamentale alla vita, compresa la sicurezza.

Un nuovo occhio

Per evitare una grave mancanza di discernimento, è opportuno vedere con occhio nuovo gli apporti che possono essere forniti da una lucida magistratura. E considerare anche opzioni innovative come le assemblee dei cittadini selezionate casualmente. I notabili classici non vedono di buon occhio questo (“quello per cui vogliamo queste assemblee è il nostro lavoro e quello di nessun altro!”). Ebbene no, questi organismi, perché danno voce a persone che spesso sono poco o scarsamente rappresentate, e che operano con modalità mirate al consenso e al lungo termine, possono apportare contributi diversi e sostanziali. Pensaci attivamente.

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