“Non c’entro niente con questa storia”, tre uomini condannati per aver piantato cannabis in un campo di mais

“Non c’entro niente con questa storia”, tre uomini condannati per aver piantato cannabis in un campo di mais
“Non c’entro niente con questa storia”, tre uomini condannati per aver piantato cannabis in un campo di mais
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l’essenziale
Tre uomini sono stati condannati per aver coltivato 31 piante di cannabis in un campo a Saint-Barthélémy-d’Agenais. Solo uno dei tre era presente questo venerdì 4 ottobre davanti al carcere di Agen.

Il membro più giovane dell’operazione è stato l’unico a comparire davanti al tribunale penale di Agen questo venerdì 4 ottobre. Nel giugno 2023, 31 piante di cannabis sono state piantate in un campo situato a Saint-Barthélémy-d’Agenais. Scoperto subito dall’agricoltore, ex datore di lavoro di due dei tre imputati, ha allertato la polizia. Viene quindi installata una telecamera da cacciatore per osservare la scena.

Venivano ogni due giorni a curare il loro ‘orto’ nascosto tra il mais. A settembre, prima della raccolta, la gendarmeria sequestrava le piante. “Sono innocente, non c’entro niente con questa storia”, dice il più giovane. “Eppure il tuo telefono era limitato non lontano dalla piantagione”, nota il pubblico ministero. “Era di mio zio, l’ho accompagnato. Non volevo essere coinvolto in tutto ciò. Era notte, tenevo la luce in mano”, ribatte l’imputato.

Di chi è la colpa?

Quest’ultimo, mentre era in custodia di polizia, ha dichiarato di aver seguito il proprietario delle piante “per rubargliele”. Anche lui consumatore, si riforniva da Bordeaux e Tolosa, “una volta al mese”. “Qual è la logica di dirlo agli inquirenti?”, si chiede il magistrato. “Mi ha detto di non dire nulla del fatto che lo accompagnavo, sotto la pressione non avevo altre idee”, respira l’interessato. I suoi due complici lo designarono, nel corso dei rispettivi interrogatori, come l’ideatore del futuro traffico. “È completamente falso. Non lo vendo, non capisco perché lo dicono per discolparsi”, ribatte con il corpo che trema. “È un peccato che gli altri attori non siano presenti per rispondere alle nostre domande e confrontare le rispettive versioni”, si rammarica il pubblico ministero. Se il più giovane ha la fedina penale pulita, suo zio è stato condannato nel 2021 per traffico di droga e ha ricevuto due anni di prigione e un anno di libertà vigilata. Il terzo aveva 12 menzioni nel suo curriculum, ma nessuna storia legata alla droga.

Fermo da tre anni

“Il mio cliente mi ha detto che gli altri due non ci sarebbero stati, aveva ragione”, nota Me Martial, avvocato difensore. Io Bruneau, l’altro avvocato difensore, supplico: “Non è presente per motivi medici, mi rammarico anche dell’assenza del mio assistito. E’ forse il più anziano, ma è anche il più immaturo e il più impressionabile. Si è lasciato ingannare quando era in tribunale”. Agosto era assente, il viavai continuava, il che dimostra chiaramente che non era lui il leader. Il pubblico ministero ha chiesto tre anni di reclusione per il maggiore, otto mesi per il secondo e 6 mesi con sospensione della pena per il più giovane. Requisizioni seguite dal tribunale. Ai tre “giardinieri” è imposto anche il divieto di contatto.

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