4 anni dopo la tempesta Alex, questa sopravvissuta non ha rinunciato al suo sogno a Roya

4 anni dopo la tempesta Alex, questa sopravvissuta non ha rinunciato al suo sogno a Roya
4 anni dopo la tempesta Alex, questa sopravvissuta non ha rinunciato al suo sogno a Roya
-

È lì, sulle rive del fiume Roya, che Elody Barberot e la sua famiglia hanno voluto costruire la loro nuova vita. Anche lì che ha quasi lasciato i suoi, con due dei suoi figli. Sono passati quattro anni, esattamente quel giorno. E per la famiglia di Elody il tempo della ricostruzione non è finito.

La scena si è svolta all’ingresso di Tenda, sotto la terra acquistata con il marito Julien. All’epoca vivevano a Cagnes-sur-Mer. Hanno intenzione di trasferirsi nello chalet di legno ereditato dalla nonna di Elody, vicino al distributore di benzina, per Natale. Nel giro di una notte lo chalet si disintegrerà.

Sorpresa dall’improvviso innalzamento dell’acqua, Elody Barberot rimane intrappolata con Jillian, 17 anni, e Jordan, 13. I vigili del fuoco cercano di raggiungerli a rischio della vita. Senza successo. Ci vorrà l’intervento eroico di un contadino vicino per salvarli da morte certa, rifugiandosi nella benna di un trattore sballottato dalle onde.

“Appena piove…”

Elody Barberot dedica “gratitudine assoluta” al suo salvatore. Ma a 44 anni rimane profondamente segnata. “Appena inizia a piovere forte, mi giro come un leone in gabbia. È la paura di rituffarsi in quei momenti…”

Quella notte i Barberot provvidero all’essenziale. Ma il resto è un percorso a ostacoli. “Abbiamo aspettato per scoprire se potevamo ricostruire, testimonia Julien Barberot. Ci hanno classificato nella zona nera. È stato paralizzante”.

Zona alluvionale. Troppo rischioso. Dobbiamo trovare terra altrove. E rapidamente. “L’assicurazione si aspettava che entro due anni ricostruissimo in modo identico. Impossibile!” Lo Stato ha infine acquistato i terreni danneggiati, tramite il fondo Barnier. A un prezzo basso. Abbastanza per acquistare un terreno di 1000 m2, rispetto ai 3000 precedenti.

Indurito dalle prove

Nel febbraio 2023 la coppia ha finalmente acquistato il nuovo terreno. Terreno terrazzato, accessibile grazie a servitù concessa dal Comune. Il permesso scade a giugno. Julien Barberot ha impiegato un mese per rompere l’enorme roccia che bloccava l’accesso al BRH (frantumatore idraulico). Poi è ancora necessario eseguire i lavori di sterro, manutenzione, attrezzatura, creazione di un bacino di contenimento e di un muro di contenimento alto quattro metri. Il suo vantaggio: ha un’impresa edile.

Altro punto di forza: una resistenza straordinaria, acquisita attraverso le sfide. “Adottiamo molta prospettiva. Ci occupiamo di molte cose”. Senza questo, i Barberot avrebbero sicuramente gettato la spugna, gravati da colpi di scena amministrativi, capricci del tempo e una disputa di quartiere. Julien confessa: “Abbiamo pensato di arrenderci non molto tempo fa…”

“Come un Iron Man”

Abbandonare? Per Elody Barberot questo è fuori discussione. “Ho promesso a mia nonna che avrei ricostruito. Lei mi ha detto: “Non mollare mai”. Mi guarda dal cimitero, laggiù, in linea retta! » Per cosa trarre forza “un Iron Man, una sfida nella sua forma più pura. È difficile spostare una famiglia e una società senza vedere la fine…”

Senza aspettare il nuovo chalet, la coppia si stabilisce a Tenda. Jessy lavora con suo padre, Jillian è una fiorista, Jordan un apprendista. Stanno già pensando alle dolci serate che li attendono nel loro futuro bozzolo, in questa valle dove “siamo bravi”. Consapevoli che, nonostante tutte queste difficoltà, ce l’hanno fatta “La sua vita è stata salvata. Altri non sono stati così fortunati”.

-

PREV ???? Lo Stade de Reims surclassa il Montpellier al Delaune « Sport Club
NEXT È stata aperta un’indagine su uno sordido omicidio a Meknes