Michel Barnier vuole dare garanzie a Bruxelles sulle finanze pubbliche francesi – Euractiv FR

Michel Barnier vuole dare garanzie a Bruxelles sulle finanze pubbliche francesi – Euractiv FR
Michel Barnier vuole dare garanzie a Bruxelles sulle finanze pubbliche francesi – Euractiv FR
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Nel corso del suo discorso di politica generale di martedì 1° ottobre, Michel Barnier ha delineato le priorità politiche che il suo governo intende attuare, avendo come tema principale il controllo dei conti pubblici. Con la speranza di convincere Bruxelles che la Francia è sulla buona strada.

Il discorso del Primo Ministro era più atteso che mai, mentre la Francia affronta una crisi di bilancio senza precedenti e l’esecutivo è costantemente minacciato da una mozione di censura da parte dell’estrema destra.

Ma non è solo alla Francia che Michel Barnier si rivolge: è anche Bruxelles che ha bisogno di essere rassicurata.

Per un’ora e mezza, l’ex commissario europeo, 73 anni, ha tenuto un discorso dagli echi Churchilliani, annunciando “sangue, sudore e lacrime”mentre le finanze pubbliche sono in rosso.

“C’è molto da fare […] per soddisfare le aspettative dei francesi. E dobbiamo farlo con poco, in un’economia di mezzi e risorse”ha dichiarato ai deputati dell’Assemblea nazionale.

“Nessuna scelta”

Sperando che questo discorso di emergenza risuoni nei corridoi del Berlaymont, sede della Commissione europea, dove la gente è preoccupata per il deficit francese.

Secondo il governo, il buco nei conti pubblici dovrebbe raggiungere il 6,2% del Pil nel 2025, se non si farà nulla per risanare la situazione, lontano dal 4,4% che Parigi aveva previsto alla Commissione europea nella primavera del 2023. E lontano dal 5,1 % previsto quando la Francia ha trasmesso le sue proiezioni riviste in aprile.

La situazione economica del paese “ci indebolisce in Europa”ha avvertito il primo ministro, prima di presentare tre misure per rispondere all’emergenza: ridurre la spesa, migliorare la gestione dei fondi pubblici e aumentare le tasse.

Mentre incombe la minaccia della procedura per disavanzo eccessivo alla quale la Francia è stata sottoposta quest’estate, Michel Barnier ha annunciato che istituirà un’imposta “eccezionale e temporanea” sulle grandi imprese che realizzano profitti significativi e che aumenterà i contributi previdenziali per i persone più ricche.

Secondo Il mondoche questo fine settimana ha consultato il progetto di misure fiscali previste, l’imposta sulle società potrebbe aumentare dal 25% al ​​33,5% degli utili imponibili, applicabile solo alle società con un fatturato pari o superiore a un miliardo di euro. Guadagno atteso per il governo: 8 miliardi di euro nel 2025.

Michel Barnier ha quindi promesso di ridurre il deficit al 5% del PIL nel 2025 e di raggiungere la soglia del 3% nel 2029 – due anni dopo rispetto a quanto inizialmente previsto dall’ex ministro dell’Economia Bruno. Il Sindaco.

Immigrazione: le parole “dell’estrema destra”

Michel Barnier si è fatto conoscere negli ambienti europei come un eccellente negoziatore, soprattutto durante la Brexit. Una competenza che sarà preziosa per alleviare i timori della Commissione europea sulle finanze francesi, ma anche sulla questione migratoria, che il nuovo governo promette di affrontare con autorità.

Il Patto di asilo e migrazione, una serie di documenti legislativi a livello europeo adottati a maggio dopo anni di difficili dibattiti, “deve essere attuato senza indugio”ha annunciato.

Ma quest’ultimo deve esserlo “completato riportando Frontex al suo ruolo principale di guardie di frontiera dell’UE”ha affermato Michel Barnier, confermando che i controlli alle frontiere francesi rimarranno in vigore “Per tutto il tempo necessario […]come consentito dalle regole europee e come ha appena fatto la Germania”.

Anche il primo ministro non ha escluso “condizionare la concessione dei visti all’ottenimento dei lasciapassare consolari necessari per le deportazioni alla frontiera”ma anche di rivedere alcuni accordi bilaterali, a cominciare da quello siglato con l’Algeria.

Michel Barnier si è astenuto dal ritornare all’elenco delle misure repressive da lui proposte tre anni fa, come il referendum sull’immigrazione e la riforma “scudo costituzionale” consentendo di rinunciare alle leggi europee che sarebbero contrarie alla politica migratoria francese.

Ma non si è tirato indietro nemmeno il suo ministro degli Interni, Bruno Retailleau, che pochi giorni fa aveva auspicato una revisione del Patto sulla migrazione, una riforma degli accordi di Schengen e che aveva stimato che “Lo Stato di diritto non è immateriale né sacro”.

“È inquietante constatare che le parole [de Michel Barnier] sono quelli di estrema destra»spiega per Euractiv Fabienne Keller, eurodeputata del gruppo Renew e specialista in questioni migratorie, il cui partito Renaissance è membro della coalizione di governo. I dettagli dei pensieri del Primo Ministro sono così vaghi “che equivale a dare carta bianca [Bruno] Retailleau.»

Resta da vedere se il governo riuscirà ora a sopravvivere alla mozione di censura che sarà presentata la prossima settimana dal Partito socialista e sostenuta dai suoi alleati del Nuovo Fronte Popolare (NFP).

La presidente del gruppo Raggruppamento Nazionale all’Assemblea Nazionale, Marine Le Pen, intervenuta subito dopo Michel Barnier, ha ricordato le due condizioni affinché l’estrema destra non faccia cadere immediatamente l’esecutivo: il rifiuto di ogni nuova “pressione fiscale”e un “Migrazione, sicurezza e impennata penale”.

Se Michel Barnier non rispetta questo imperativo, può aspettarsi una cosa: diventare il primo ministro dalla vita più breve nella storia politica francese moderna.

[Édité par Laurent Geslin]

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