“Zorro” al Parco: un eroe al triplo galoppo ad altezza di bambino

“Zorro” al Parco: un eroe al triplo galoppo ad altezza di bambino
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L’anno è il 1825. Sono passati quindici anni da quando Zorro (Othmane Moumen) ha appeso mantello e maschera nello spogliatoio. L’eroe, che si nasconde sotto le spoglie dell’aristocratico Don Diego De La Vega, aveva giurato di non uccidere mai. Purtroppo, durante uno scontro con il governatore della Monsanto, quest’ultimo morì accidentalmente. Da allora, Don Diego vive rintanato nella sua hacienda, preferendo coccolare il suo cagnolino Tortilla piuttosto che difendere gli oppressi. Ma diversi eventi spingeranno Don Diego a tornare in servizio: il suo fedele compagno Bernardo (Guy Pion) scompare; sua figlia Valentina (Mathilde Daffe) è arrabbiata con lui; un falso Zorro offusca la sua immagine e il nuovo governatore dell’Alta California (ora sotto la dominazione messicana), Mendoza (Jean-François Rossion), affiancato dall’immancabile sergente Garcia (Thierry Janssen), escogita un piano diabolico…

Zorro (Othmane Moumen) ha appeso al chiodo la maschera da vigilante, ma dovrà tornare al lavoro. ©AUDE VANLATHEM

Per il suo quinto e ultimo spettacolo della stagione, il Théâtre du Parc propone al pubblico un grande spettacolo familiare e allegro, sulla scia dei suoi precedenti bestseller (Intorno al mondo in 80 giorni, Isola del tesoro, Peter Pan…). Quando scrive, lo stesso uomo: Thierry Janssen. Se ha scritto il ruolo di Zorro per uno dei suoi attori preferiti, Othmane Moumen, si è anche circondato di sangue nuovo, nelle persone di Catherine Couchard e Émilie Guillaume in scena, e Cécile Vannieuwerburgh alla scenografia. Il risultato è un grande successo.

Cronaca: “Al Parco Zorro sarà “colorato””

Uno spettacolo degno di un film

Insieme, hanno immaginato a Zorro al triplo galoppo, degno di un film, con tanta azione, intrigo, suspense, ma anche amore, una buona dose di umorismo e soprannaturale. Intriso di folklore messicano e dei suoi famosi Giorno dei Muertos (La Festa dei Morti), la storia naviga con gioia tra il regno dei morti e quello dei vivi. Questa atmosfera latina irriga anche l’intero spettacolo, dai costumi e dalle scenografie scintillanti (particolarmente evidenziati dall’ingegnosa composizione video di Allan Beurms e dalle luci di Alain Collet) alla musica (con, in particolare, un pazzo trio di Mariachi) compreso trucco, acconciature, maschere, ecc.

Il governatore Mendoza (Jean-François Rossion) e Valentina (Mathilde Daffe) nella colorata cornice di “Zorro”. ©AUDE VANLATHEM

Sul palco il ritmo è mozzafiato e i dieci attori sono carichissimi. Othmane Moumen è, come sempre in questo tipo di ruoli, in gran forma. Ritrae uno Zorro, che è certamente invecchiato e non teme, a volte, il ridicolo, ma la cui agilità, flessibilità e destrezza nel combattimento non hanno perso nulla del loro splendore. Acrobazie, combattimenti, duelli con la spada…, le scene di combattimento, coreografate da Émilie Guillaume (anche in scena), sono impressionanti.

Coreografate da Émilie Guillaume, le scene di combattimento di “Zorro” sono spettacolari. ©AUDE VANLATHEM

Durante queste due ore di emozionanti avventure, i più piccoli avranno scoperto, con le stelle negli occhi, un eroe non così sconosciuto, poiché ricorda furiosamente un supereroe, anche lui mascherato e adornato con un mantello, Batman gli adulti avranno riscoperto la loro anima infantile.

→ Bruxelles, Parc, dai 6 anni, 1h55 (+ intervallo), fino al 25 maggio. Informazioni e ris. allo 02.505.30.30 o su www.theatreduparc.be

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