Sono state fissate tre soglie, ciascuna delle quali, al soddisfacimento delle condizioni, farebbe scattare l’emissione di un certo numero di azioni. Tuttavia, il prezzo delle azioni ha ampiamente superato la soglia massima durante i primi venti giorni di negoziazione di TMTG, entrata in Borsa il 26 marzo.
Ciò dovrebbe comportare l’emissione di 40 milioni di nuovi titoli, di cui 36 milioni attribuiti a Donald Trump. Al prezzo di chiusura di martedì sera, che corrisponde alla 20esima seduta dall’IPO, il valore delle azioni che riceveranno l’ex capo di Stato ammonta a 1,17 miliardi di dollari.
Un prezzo volatile
Secondo un documento aggiornato pubblicato a metà aprile dalla SEC, la partecipazione di Donald Trump a seguito dell’emissione di queste nuove azioni ammonterebbe al 64,9% del capitale, per una valutazione complessiva di 3,7 miliardi di dollari, sempre al prezzo attuale.
Questa valutazione è legata al fatturato dell’azienda, che ha raggiunto solo i 4 milioni di dollari nel 2023, con una perdita netta di 58 milioni di dollari. Il prezzo di TMTG, il cui simbolo al Nasdaq Stock Exchange di New York è DJT, le iniziali dell’ex presidente, è sceso di quasi il 59% dal suo picco nel giorno dell’introduzione. Molto volatile, ha tuttavia recuperato più del 44% nell’ultima settimana.
Giovedì, il direttore generale di TMTG, l’ex parlamentare repubblicano Devin Nunes, ha inviato una lettera al Nasdaq per denunciare una possibile manipolazione dei prezzi da parte degli hedge fund, in particolare Citadel Securities e Jane Street Capital. L’influente capo di Citadel, Ken Griffin, ha descritto Devin Nunes come un “perdente”, accusandolo di voler indebitamente incolpare gli hedge fund per il crollo del titolo.