L’euro vittima dell’indipendenza | Tutte le notizie

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L’inflazione complica lo scenario dei tassi per la Fed poiché la BCE conferma un taglio dei tassi a giugno.

© Keystone

Mentre l’inflazione persiste negli Stati Uniti, la BCE dichiara la propria indipendenza dalla Fed… rifiutandosi di impegnarsi oltre il taglio dei tassi di giugno che ora è un consenso in seno al Consiglio. Christine Lagarde condiziona qualsiasi sollievo futuro al proseguimento della disinflazione, che appare più incerta con il rialzo del petrolio, il proseguimento dell’aumento dei prezzi dei servizi e la ricaduta dell’euro. Il dollaro si rafforza anche nei confronti dello yen giapponese che supera il livello di 152 senza provocare alcuna reazione da parte della Banca del Giappone. Allo stesso tempo, lo spread sui titoli di Stato (215 punti base) include il rischio di divergenza nelle politiche monetarie. Il Bund torna sotto il 2,40% lasciando il T-note a 10 anni intorno al 4,50%. L’allentamento dei tassi a lungo termine alla fine della settimana consente agli spread sovrani di restringersi nella zona euro. Il credito IG in euro continua a restringersi (74 punti base contro swap) nonostante l’acquisto di protezione sugli indici iTraxx e gli spread swap ora mostrano prese di profitto. Le azioni statunitensi sono crollate in seguito alla pubblicazione dell’IPC di marzo prima di cancellare queste perdite e chiudere in rialzo. Gli indici europei si muovono in ordine sparso. Il crollo dello yen avvantaggia il Nikkei che recupera l’1,4% in 5 sedute.

In questo contesto, l’unico obiettivo di un taglio dei tassi sembra essere quello di garantire il rifinanziamento dello Stato federale.

Rifinanziamento sicuro

L’inflazione americana sembra rimescolare le carte dello scenario monetario. L’IPC di marzo è stato del 3,5% e addirittura del 3,8% escludendo energia e alimentari. L’inflazione interna resta elevata nei servizi. Anche i prezzi dei beni importati sono in ripresa. In questo contesto, diversi membri della Fed stanno già parlando di una riduzione dello sgravio monetario sbandierato dal Consiglio dopo l’autunno. È vero che l’attuale crescita economica non richiede alcuno stimolo. Tuttavia, Jerome Powell aveva preannunciato a marzo un’imminente riduzione della stretta quantitativa, segno che la Fed non è insensibile al costo degli interessi sul debito pubblico, che quest’anno ammonterà a circa 1.100 miliardi di dollari. In questo contesto, l’unico obiettivo di un taglio dei tassi sembra essere quello di garantire il rifinanziamento dello Stato federale. Da parte sua, la BCE aveva preannunciato un taglio di 25 punti base a giugno. Diversi membri della BCE avrebbero addirittura voluto agire già ad aprile. Sui mercati finanziari, il ritorno del Bund sotto il 2,40% e il concomitante rialzo del rendimento americano dimostrano il rischio di divergenza delle politiche monetarie. Nonostante la direzione opposta dei tassi, le curve si stanno appiattindo su entrambi i mercati, in particolare sulle scadenze superiori a 5 anni. Nella zona euro, il ribasso verso il Bund allenta la pressione sugli spread sovrani, che si restringono tra 3 e 5 punti base. Gli spettacoli sono ancora molto richiesti. Il BTP italiano viene scambiato sotto i 140 punti base. L’annuncio di una nuova emissione di BTP Valore a maggio consentirà di ridurre le emissioni di BTP in un delicato contesto di bilancio. Il mercato del credito resta sostenuto dai flussi. Gli spread rispetto agli swap si riducono a 74 punti base. Il buon andamento del mercato obbligazionario si oppone tuttavia allo spread degli indici (+2bp). Il mercato primario rimane attivo con 19 miliardi di euro emessi, di cui 7 miliardi di euro provenienti dal settore non finanziario. I premi di emissione variano tra 5 e 7 punti base. Sull’alto rendimento, gli spread si stanno restringendo. Alcune buone notizie su questioni specifiche portano ad un aumento dei prezzi. I riacquisti di protezione legati al contesto macroeconomico, invece, riportano il Crossover intorno ai 320bp. Il mercato primario è piuttosto vivace con 3-4 transazioni a settimana.

I mercati azionari hanno reagito fortemente alla pubblicazione dell’indice dei prezzi americano e al possibile rinvio dei tagli dei tassi. L’utilizzo delle opzioni con scadenza giornaliera amplifica senza dubbio i movimenti epidermici che si svolgono contemporaneamente sul Nasdaq, sui contratti futures sui tassi o sul dollaro. Il VIX sale al 16% e il V2X segue al 18%. La caduta dell’euro non sembra proteggere i titoli europei. A livello settoriale, i titoli difensivi come i servizi di pubblica utilità e l’energia sovraperformano. Sul mercato dei cambi, l’euro reagisce fortemente all’idea del disaccoppiamento monetario.

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