“Dovremo liberarcene il prima possibile”, avverte il signor Mélenchon.

“Dovremo liberarcene il prima possibile”, avverte il signor Mélenchon.
“Dovremo liberarcene il prima possibile”, avverte il signor Mélenchon.
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La presidente del gruppo LFI all’Assemblea nazionale, Mathilde Panot, e i deputati (LFI) Danièle Obono e Arnaud Saint-Martin, durante una manifestazione contro il governo, a Parigi, il 21 settembre 2024. DIMITAR DILKOFF/AFP

catastrofico”, “schiaffo”, “governo zombie”… Sabato 21 settembre la sinistra non ha avuto parole abbastanza dure per esprimere tutto il male che pensava del nuovo governo di estrema destra formato dal Primo Ministro Michel Barnier, nonostante la coalizione del Nuovo Fronte Popolare (NFP) fosse risultata vincitrice alle elezioni legislative anticipate di luglio. “Dovremo liberarcene il prima possibile.”ha lanciato Jean-Luc Mélenchon su X, una volta conosciuto “il casting del nuovo film catastrofico macronista”.

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“Il governo dei perdenti delle elezioni legislative è nelle mani del preoccupante ministro dell’Interno, presidente del gruppo dominante al Senato dove ora si deciderà il contenuto dei testi sostenuti da LR”ha elaborato il fondatore di La insoumise (LFI), riferendosi al senatore del partito Les Républicains (LR) della Vandea, Bruno Retailleau, recentemente nominato Ministro dell’Interno. Un messaggio riecheggiato dalla galassia “insoumise”.

La presidente del gruppo LFI all’Assemblea nazionale, Mathilde Panot, ha così criticato “Un ministro dell’Interno che parla di ‘francesi sulla carta’” E “un governo senza legittimità che si regge grazie al sostegno di Le Pen”. “Macron sta sicuramente ostacolando la Francia”concluse. “Siamo passati da una vittoria del fronte popolare al governo di un fronte reazionario, che continuerà la politica economica di Macron sconfitta alle urne”ha proseguito il presidente della commissione finanze dell’Assemblea nazionale e membro del parlamento (LFI) della Senna-Saint-Denis, Eric Coquerel.

Il Partito Socialista (PS), che si era diviso quando l’Eliseo aveva suggerito che Emmanuel Macron avrebbe potuto nominare Bernard Cazeneuve, ex primo ministro di François Hollande, a Matignon, questa volta ha messo da parte le sue dispute interne, almeno in apparenza. Il Primo Segretario Olivier Faure si è scagliato contro “un governo reazionario sotto forma di dito medio alla democrazia” e dato “incontrarsi per il dibattito sulla censura”. “Siamo viziati, la destra di una gang organizzata! Non un nuovo governo, un rimpasto”si è arrabbiato il presidente del gruppo PS all’Assemblea nazionale, Boris Vallaud, per il quale questa non è una “rivoluzione” ma di un “restauro”. “La continuazione del macronismo… peggio”, si è scusato.

“Non è coabitazione. È collaborazione.”

Lo ha sottolineato anche la presidente della regione Occitania, Carole Delga, oppositrice di Olivier Faure. “nuova orchestra” Chi sta giocando “la stessa musica” Ma “ancora più a destra”. “I francesi chiedevano più giustizia sociale e fiscale, una vera trasformazione ecologica. Avranno un governo di destra duro sui temi sociali, liberale sull’economia e debole sull’ambiente.”ha aggiunto.

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