Queste le gaffe che infastidiscono maggiormente i recruiter nei colloqui di lavoro, da evitare assolutamente

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Il colloquio di lavoro è un’opportunità per distinguersi e convincere il reclutatore di essere la persona ideale per la posizione, ma alcuni errori possono rapidamente infastidire i professionisti del reclutamento…

Tra gli errori che i recruiter hanno confidato a JDN, troviamo il ritardo al colloquio di lavoro. Questo errore è così evidente che spesso viene citato per primo. Arrivare dopo l’orario previsto dimostra una mancanza di serietà e considerazione per il tempo del reclutatore. Anche con una buona scusa, è difficile rimediare alla brutta prima impressione.

Un altro passo falso da evitare è non prendere sufficiente distanza dal reclutatore. Anche se una certa convivialità può aiutare a rompere il ghiaccio, bisogna tenere presente che il colloquio rimane un contesto professionale. Usare termini familiari con il proprio interlocutore, chiamarlo per nome o lanciarsi nel racconto della propria vita personale è nella maggior parte dei casi sgradito, soprattutto in settori tradizionali come l’industria. A meno che questa iniziativa non provenga dal recruiter, meglio astenersi.

Inoltre, presentare le esperienze passate sotto una luce eccessivamente negativa raramente è una buona idea. Naturalmente tutti hanno vissuto situazioni professionali difficili. Ma denigrare ex datori di lavoro, manager o colleghi rischia di dare al reclutatore l’impressione di mancanza di lealtà e prospettiva. È meglio restare concreti e positivi per non darsi la zappa sui piedi.

Tuttavia, l’errore che probabilmente infastidisce di più i reclutatori è quello di indirizzare male la tua candidatura. Fare domanda senza avere i prerequisiti espliciti, come un diploma specifico o la patente di guida, è una perdita di tempo per tutti. Leggere attentamente l’annuncio e vedere se corrisponde è la base di una buona preparazione. Per essere preso sul serio, è necessario anche informarsi un po’ sull’azienda.

Per quanto riguarda la trattativa salariale, che è sempre un punto delicato per il candidato, sappi che i recruiter non apprezzano un’ambizione eccessiva con aspettative salariali o aspirazioni professionali del tutto discordanti con il loro profilo ed esperienza. Sebbene sia normale trovarsi in una fascia alta, è necessario rimanere coerenti e realistici. E soprattutto, sii coerente nel tuo discorso! Annunciare uno stipendio al consulente e poi aumentarlo davanti al responsabile delle risorse umane verrà immediatamente percepito come un tentativo di manipolazione. L’onestà sarà sempre preferibile al bluff sconsiderato.

Insomma, se il colloquio di lavoro è un’occasione per distinguersi, deve farlo attraverso le proprie qualità, non attraverso i propri difetti. Il confine tra errore fatale e goffaggine recuperabile è talvolta labile. Ma preparandosi seriamente, adottando un atteggiamento professionale e dimostrando coerenza e onestà, un candidato metterà tutte le possibilità dalla sua parte.

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